Soluzioni concrete, non parole. E’ questa in sintesi la richiesta dei movimenti per il diritto alla casa che ieri, martedì 22 ottobre, sono scesi in strada. Un presidio davanti al Municipio in concomitanza con l’incontro romano fra il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi con i rappresentanti delle massime associazioni italiane che si occupano della questione casa. Una trentina di esponenti dei movimenti cittadini, capofila il Coordinamento Asti Est, con le famiglie sotto sfratto e le famiglie occupanti di via Allende, via Orfanotrofio e corso Volta si sono radunati in piazza San Secondo per un’assemblea pubblica alla quale è intervenuto anche il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo. “Blocco degli sfratti in esecuzione” è la richiesta del movimento alla quale ha fatto seguito un’altra proposta “fattibile” a loro dire, quella di requisire i grandi stabili vuoti. Come fare? Per quanto riguarda il blocco degli sfratti in fase esecutiva (una procedura già adottata in altre città) il movimento propone di “aprire un’istruttoria caso per caso facendo un distinguo sui proprietari”. Nel caso i padroni di casa fossero dei piccoli proprietari allora si cercherà il modo di pagare loro una somma di denaro come indennizzo. Se invece si trattasse di grandi proprietari, come immobiliari, banche o altri Enti, allora l’indennizzo salterebbe. Tutto permettendo agli inquilini sfrattati (con procedure di sfratto già iniziate) di rimanere in casa. La seconda proposta riguarda invece gli edifici lasciati vuoti e abbandonati all’usura e alle intemperie. Per questi stabili (alcuni fra gli altri: ex Maternità, ex ospedale, Ferrhotel, ma anche altre palazzine) l’idea è quella di fare una proposta gratuita di comodato per uso sociale magari concedendo (il Comune) piccoli sgravi fiscali. Una proposta che se non venisse accettata dalla proprietà porterebbe alla requisizione dello stabile. Il sindaco ha assicurato che porterà le proposte al tavolo tecnico “restaurato” dalla Giunta Brignolo proprio all’inizio del suo mandato. “E’ intenzione dell’Amministrazione vagliare tutte le proposte e farlo con un team di esperti dell’argomento” ha spiegato il primo cittadino. Una risposta che non ha soddisfatto i manifestanti che non sono più disposti al semplice dialogo, ma che chiedono concretezza. Il picchetto si è poi trasformato in un corteo che al grido “la casa è un diritto e noi ce lo prendiamo” ha sfilato per le vie del centro esaurendosi davanti all’ex mutua di via Orfanotrofio.