Non è stata un’annata facile il 2014, soprattutto per l’andamento climatico che ha rimescolato spesso le carte. Non diciamo nulla di nuovo: la situazione atmosferica alterna ha caratterizzato tutte le regioni viticole italiane.
Ma, nella sua alternanza tra tempo bello e perturbato, le varie aree di un territorio hanno subito fenomeni anche molto differenti per intensità e portata. Non sappiamo quanto il fenomeno sia destinato a consolidarsi nel tempo, ma è certo che nel 2014, nel territorio di Langa e Roero, ci sono zone dove la pioggia è caduta più intensa (area del Barolo) e altre dove le precipitazioni sono state più basse (aree del Barbaresco e del Roero).
Dal punto di vista termico, gli accumuli del 2014 sono in linea con i dati degli ultimi 12 anni, escludendo il 2002 (molto freddo) e il 2003 (assai caldo). Ciò è dovuto a una più ampia distribuzione dei giorni con buone temperature, già ad iniziare dall’inverno che è stato mite e ha favorito un avvio precoce della germogliazione.
Anche la grandine è caduta con la solita casualità e dove il fenomeno si è verificato i problemi sulle piante sono stati maggiori.
Gli “effetti qualità” del 2014
Dal punto di vista tecnico, l’annata 2014 è stata un banco di prova esplicito rispetto alla capacità professionale e alla meticolosità di lavoro dei vari viticoltori. Possiamo dire, perciò, che c’è stato un “effetto viticoltore”: i risultati produttivi migliori sono venuti nei vigneti ben curati, potati con meno gemme, diradati e sfogliati a tempo giusto e difesi con trattamenti puntuali ed efficaci. Ma c’è stato, più degli ultimi anni, anche un “effetto posizione del vigneto”: i terreni meglio esposti al sole hanno dato i risultati qualitativamente migliori.
I risultati sono convincenti.
Ora che la vendemmia è conclusa possiamo dire che i risultati qualitativi sono stati convincenti: grappoli sani, gradazioni zuccherine buone (senza i picchi degli ultimi anni), acidità rimarcate e pH più bassi.
Fondamentale è stata la professionalità del viticoltore in occasione della vendemmia, sia per la scelta del momento più idoneo di raccolta, sia per la conduzione accurata di tale fase, con l’eliminazione delle eventuali parti di grappolo non idonee.
Un dato esplicito è la quantità: per varie cause (minore fertilità dell’annata, grandine, peronospora e selezione vendemmiale) la resa per ettaro è stata inferiore ai massimali dei disciplinari delle varie Doc e Docg. Nella Cantina del Nebbiolo, le riduzioni oscillano tra il 10% dell’Arneis al 30% del Dolcetto e interessano tutte le uve vinificate (Arneis, Favorita, Nascetta, Dolcetto, Barbera e Nebbiolo).
I caratteri dei vini 2014
Alla luce di queste considerazioni, terminate le operazioni di pigiatura e fermentazione, possiamo provare a individuare i principali caratteri dei vini del 2014.
Colori importanti, soprattutto nei rossi e in quelli che di solito hanno meno sostanza colorante (Nebbiolo); Ampia ricchezza olfattiva, favorita dalle buone acidità. Soprattutto i profumi primari. Gli aromi evolutivi oggi sono difficili da prevedere perché saranno influenzati da altri fattori durante la conservazione; vini sapidi e ricchi di mineralità, favoriti dai pH tendenzialmente bassi: vini longevi: inizialmente i vini potrebbero essere scorbutici, ma nel tempo sarà esaltala la loro capacità di resistere agli anni; vini bianchi molto equilibrati, propiziati da tenori alcolici contenuti e da acidità più marcate.