«La sfida culturale che lancio qui questa sera è il ripensamento di una dinamica economica che sta distruggendo le economie locali: i negozi di prossimità sono scomparsi per lo strapotere dell’offerta presente nella GDO o perché hanno iniziato a ragionare come la GDO. Ebbene, io in questa sede prestigiosa desidero porre l’accento e suscitare la riflessione sulla necessità di ripensare il ruolo cruciale del negoziante di prossimità, a patto che torni a lavorare con le dovute competenze, come sapeva fare un tempo. Abbiamo bisogno di bottegai che abbiano studiato e girato il mondo, che in una logica olistica affrontino la necessità di nutrire il pianeta partendo da una logica di responsabilità verso il territorio in cui operano». Con queste parole Carlo Petrini ha iniziato la sua Lectio Magistralis in occasione del conferimento del Master Honoris Causa in Comparative Law, Economics and Finance assegnatogli dall’International University College of Turin (IUC). E continua: «È giunto il momento di invertire la rotta, di mollare la finzione e di riportare nelle nostre città il commercio vero e buono, pulito e giusto. Un commercio attento al territorio, dedito alla scoperta delle cose buone. Nella mia visione questa bottega 2.0 si chiamerà local e potrà aiutarci a riempire i nostri frigoriferi in modo diverso, facendoci sprecare meno e aiutandoci a restituire valore al cibo. Un valore che, credetemi, va molto al di là del suo prezzo». Nella motivazione del titolo ad honorem si legge che Carlo Petrini “fondando Slow Food, organizzazione oggi presente in oltre 150 paesi del mondo, e ideando il network Terra Madre, ha saputo comprendere e dare voce al profondo bisogno di recupero e di rinnovamento delle tradizioni gastronomiche regionali e nazionali, restituendo nel contempo, in sintonia con la modernità del mondo globalizzato, alle comunità di produttori, contadini, allevatori, elaboratori di alimenti e agli stessi consumatori la dignità e la centralità culturale che sole garantiscono la tutela e la promozione del cibo, l’equità della sua distribuzione e un sapere comune diffuso come strumento informato di liberazione”. Il Prof. Ugo Mattei, fondatore dello IUC, ha introdotto i lavori presentando la figura e l’opera del neolaureato Petrini, sottolineando l’arditezza di un messaggio che è riuscito così efficacemente a spiegarci perché la globalizzazione non possa fare a meno di un cibo che sia “giusto” oltre ad essere “buono e pulito”. Nella sua Lectio, Petrini si è soffermato sulla scomparsa della biodiversità alimentare, su cui pesano i traumatici passaggi generazionali e il cambiamento del sistema distributivo del cibo. La grande distribuzione organizzata ha limitato la libertà dei consumatori e lo spirito di iniziativa di quei proto-gastronomi, esperti selezionatori, che furono i nostri bottegai. Questa rivoluzione culturale che l’opera di Carlo Petrini ha iniziato a produrre è la ragione stessa del Master Honoris Causa in Comparative Law, Economics and Finance che IUC ha ritenuto di conferirgli.