Roberto Cota è fiducioso per il futuro della Lega Nord. Il presidente della Regione Piemonte, intervenuto venerdì 19 ottobre alla festa astigiana del partito nordista, ha tenuto in chiusura di serata un breve comizio. Lasciate almeno provvisoriamente da parte le difficoltà di bilancio dell’ente da lui presieduto, Cota punta l’attenzione sul territorio del Nord Italia: “Il nostro obiettivo è la federazione delle regioni del nord per la creazione di una macroregione autonoma che si rapporti direttamente con le istituzioni europee”. Per questo obiettivo il segretario nazionale della Lega Nord Piemont invita a guardare anche al di là dei militanti tesserati. “In tutti i Comuni del Piemonte – spiega il presidente della Regione – ciascun amministratore che ha a cuore solo il bene del suo territorio è di fatto un leghista”. La forte spinta delle autonomie territoriali non è prerogativa del nostro territorio: Cota indica come esempio i forti successi riscossi dai movimenti per l’autonomia – indipendenza in Scozia, Catalogna e Fiandre. Per avanzare in funzione di questi obiettivi in questo fine settimana la Lega ha promosso la raccolta di firme per tre disegni di legge di iniziativa popolare. Il primo riprende un vecchio cavallo di battaglia del partito nordista per fare rimanere sul territorio di appartenenza il 75% delle imposte riscosse. Gli altri due puntano a una modifica degli articoli costituzionali riguardo i referendum affinché nelle materie di legge riguardo le quali è possibile l’appello al giudizio dei cittadini rientrino anche le leggi fiscali e la ratifica dei trattati internazionali. L’obiettivo è in particolare l’Imu (secondo Cota “una tassa odiosa il cui gettito finisce in gran parte a Roma”) e i trattati riguardanti le istituzioni europee. La Lega non si dichiara a priori contraria all’euro, ma ne chiede l’applicazione su un’area territoriale con caratteristiche economiche omogenee. Nonostante le recenti difficoltà che si sono tradotte anche in una perdita di consenso elettorale, Cota si dichiara ottimista sulla “Lega 2.0” perché “il vento di libertà non può essere fermato”. Michele Cascioli