Gianni Marzagalli, 71 anni, manager lombardo del gruppo Campari, è stato eletto ieri mattina nuovo presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg. Marzagalli subentra a Paolo Ricagno, acquese, presidente della cantina sociale Vecchia Alice e Sessame.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche i due nuovi vicepresidenti: Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi e Massimo Marasso, manager del gruppo vinicolo Fratelli Martini di Cossano Belbo.
Marzagalli ha già ricoperto la carica di vicepresidente nella precedente reggenza di Paolo Ricagno come rappresentante delle case spumantiere.
Il manager lombardo è il primo presidente non piemontese del Consorzio dell’Asti docg (è nato a Milano e risiede nel Pavese): “Asti e Moscato – ha spiegato – sono due vini con forti radici locali, ma sono altrettanto internazionali e quindi “glocal” (globale-locale). E io come presidente non piemontese ma fortemente legato al Piemonte mi considero un esponente ideale di questa vocazione ad essere “cittadino del mondo”.
Parola d’ordine della presidenza di Marzagalli sarà la “mediazione”: “Il Consorzio è una casa aperta a tutti coloro, nessuno escluso, che vogliono impegnarsi per lo sviluppo della filiera, al di là di polemiche e discussioni, sia pure nel rispetto dei ruoli. Questo è stato l’anno dei abbiamo venduto oltre 106 milioni di bottiglie di Asti e Moscato docg per l’85% esportate. Siamo una delle bandiere del made in Italy nel mondo, ma non è giusto “dormire sugli allori” ”, ha puntualizzato Marzagalli.
Tra gli obiettivi principali del nuovo corso, il miglioramento dell’immagine dell’Asti e del Moscato su tutti i mercati, il rafforzamento del rapporto con il territorio di origine e la ricerca per sviluppare la qualità e salvare i “sorì” e i vigneti storici più vocati.
Interrogato sull’ipotesi di blocco degli impianti di moscato, il neo presidente ha risposto ai giornalisti: “Il Consorzio si è fatto promotore di una ricerca di mercato in modo da capire se e come si potranno aumentare gli ettari di vigneti della zona a docg superando l’attuale limite dei 9800”.
Netta presa di posizione anche sul delicato tema dell’inserimento del territorio del comune di Asti tra i Comuni dell’area a docg (oggi sono 52 tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo): “Il Consorzio – ha chiosato Marzagalli – è stato ed è favorevole all’ingresso di Asti città. Resto convinto che sia una bizzarria il fatto che la città che dà il nome al vino non faccia parte dell’area di produzione delle uve”.
Nello spazio dedicato agli interventi dei neo vice presidenti, Gianluigi Biestro si è dichiarato pronto a lavorare per lo sviluppo della filiera: “La parte agricola deve avere consapevolezza della necessità di essere protagonista di questo settore così strategico per il Piemonte e l’Italia”.
Massimo Marasso ha invece voluto sottolineare la vera essenza del legame tra impresa vinicola e territorio: “Le imprese dell’Asti e del Moscato non vogliono più farsi chiamare “parte industriale” ma “Case spumantiere”. È il riconoscimento di quel legame tra impresa vinicola e territorio che è la vera essenza del mondo dell’Asti docg”.
Marzagalli ha voluto inoltre ricordare la ricorrenza per l’80° anno di costituzione del Consorzio, uno dei più primi sul territorio italiano, fondato nel dicembre 1932: “Sarà una festa non solo per noi, ma per tutto il mondo vitivinicolo italiano”, ha concluso il neo presidente.