Non è un caso che sia il Piemonte a trainare la brigata italiana, capitanata da Martino Ruggieri, alla finale mondiale del Bocuse d’Or. La regione n°1 della classifica “Best in travel” 2019, secondo Lonely Planet, è una destinazione turistica sempre più riconosciuta a livello internazionale, con una forte vocazione all’enogastronomia d’eccellenza e al Made in Italy. Grazie a un importante lavoro di posizionamento, il Piemonte ha saputo valorizzare il ricco patrimonio di eccellenze enogastronomiche che custodisce con contaminazioni tra il mondo culturale e culinario.
Il legame che si è creato tra il Piemonte e il Bocuse d’Or – la più importante competizione mondiale di cucina – sottolinea la volontà della regione di essere riconosciuta come Capitale italiana dell’alta cucina. Torino, infatti, è stata scelta e ha ospitato a giugno del 2018 la selezione europea del concorso, fase preliminare della finale mondiale. Un evento di grande rilievo, che ha permesso al territorio di godere di una vetrina internazionale in cui i migliori chef europei emergenti hanno utilizzato prodotti tipici piemontesi grazie alla collaborazione con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura: il Formaggio Castelmagno DOP, fornito dal Consorzio Tutela del Castelmagno, il Filetto di Vitellone di Razza Piemontese, fornito dal Consorzio Carne Qualità Piemonte e promosso dall’organizzazione dei produttori Asprocarne Piemonte, il Riso S. Andrea DOP della Baraggia Biellese e Vercellese, fornito dal Consorzio di Tutela del Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, accompagnati da 14 DOCG selezionate tra le più rappresentative a livello regionale dal Consorzio Piemonte Land of Perfection. Un percorso che proseguirà anche a Lione, dove il Piemonte sarà presente, durante i giorni della competizione, con uno stand e offrirà in degustazione alcuni dei prodotti principe dell’enogastronomia regionale.
A ulteriore conferma della vocazione piemontese, la città di Alba ospita dal 2017 l’Accademia del Bocuse d’Or, quartier generale del prestigioso premio in Italia. L’Accademia, dopo aver allenato lo chef finalista e il suo team alle selezioni europee, si prepara ora alla fase conclusiva della competizione mondiale, che si terrà il 29 e 30 gennaio 2019 a Lione.
Un progetto, quello dell’Accademia, con un “cuore” piemontese, voluto e sostenuto, tra gli altri, dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte, dalla Città di Alba, dall’Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
A contribuire alla preparazione del Team Italia sono il Presidente Enrico Crippa – chef tre stelle Michelin – e il Direttore Luciano Tona, oltre a un comitato di 30 chef provenienti da tutta Italia e un gruppo che si sta occupando, oltre che delle preparazioni che Martino Ruggieri e la sua squadra porteranno alla finale mondiale, anche del design del vassoio, all’insegna dell’italianità contemporanea e a cura di Luisa Bocchietto, Presidente della World Design Organization. Inoltre, il team Italia nelle occasioni speciali, vestirà gli abiti realizzati su misura dal Lanificio Cerruti, in collaborazione con Filrus.
> Si tratta di un’équipe composita, fatta di professionalità, esperienze, tradizioni e saperi che dall’enogastronomia al design e all’artigianato d’eccellenza, trovano in Piemonte un’espressione compiuta e completa. Sul design vale la pena di citare il Distretto di Omegna e l’area del Novarese, dove sono presenti alcune delle maggiori aziende del settore note a livello internazionale. La grande tradizione tessile è invece espressa nel Biellese.
> Un lavoro sulla valorizzazione del cibo e del territorio lungo e importante che, oltre all’Accademia Bocuse d’Or Italia, vede sempre di più chef eccellenti scegliere il Piemonte come propria sede. Un exploit certificato dalla Guida Michelin 2019 che ha assegnato il maggior numero di nuove stelle proprio in questo territorio: cinque, per un totale di ben quarantacinque locali complessivi nella regione, di cui sette solo a Torino. A conferma del fatto che il Piemonte sia diventato punto di riferimento per il settore agroalimentare – anche grazie al lavoro di riscoperta e tutela dei prodotti tipici svolto negli anni da Slow Food – dove le capacità culinarie si uniscono armoniosamente con la sapiente filiera di produzione e trasformazione delle materie prime di qualità.