Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, oggi ad Asti in occasione della tappa del roadshow sulla programmazione dei Fondi europei dedica ampio spazio a un aggiornamento circa la situazione epidemiologica che sta assumendo toni sempre più preoccupanti, principalmente a causa del galoppare dei contagi da variante inglese.
“Quel che si sa della variante inglese – commenta Cirio – è che colpisce la fascia più giovane della popolazione, bambini e ragazzi tra i 10 e i 18 anni, e corre in modo molto veloce, a fronte però di una mortalità più lieve. Alla luce di ciò, l’Istituto superiore della sanità ha comunicato che al di là dell’incidenza del virus, sia opportuno prendere decisioni più rigide per cercare di circoscrivere il più possibile la propagazione. Ecco perché abbiamo deciso di adottare misure più stringenti in 20 dei 38 distretti in cui è diviso il Piemonte”. Per quanto riguarda la provincia di Asti, divisa in tre aree, da lunedì si entrerà in zona arancione rinforzata per il distretto Sud (area di Nizza Monferrato) che si traduce in didattica a distanza già dalle elementari, mentre il resto della provincia inizierà con la dad a partire dalla seconda media. Ma la situazione è in continua evoluzione.
Buone notizie invece sul fronte dei vaccini. “I dati dicono che il Piemonte è la prima regione, in rapporto al numero di residenti, per numero di vaccini effettuati. Paradossalmente però siamo una Regione che va veloce in un’Italia che va piano. Ci stiamo impegnando per arrivare entro fine marzo a effettuare 20 mila vaccini al giorno solo con la sanità pubblica, senza contare i privati con cui si stanno stilando accordi. Bisogna lavorare alacremente e con buon senso: parliamo di vaccini che richiedono una doppia inoculazione e quindi è fondamentale monitorare le consegne che devono avvenire in modo massiccio e regolare”.
Laura Avidano