“Lo sentiamo uno di noi”. Mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti, racconta al Sir il legame profondo tra Papa Francesco e la diocesi, terra d’origine della sua famiglia e luogo della sua visita privata nel 2022. In questi giorni di preoccupazione per la sua salute, la comunità astigiana si stringe in preghiera per lui. “C’è grande affetto e vicinanza”, aggiunge il presule, evidenziando le iniziative diocesane di preghiera e la commozione delle cugine del Pontefice.
C’è un legame speciale tra Papa Francesco e la diocesi di Asti?
Certamente. Papa Francesco è originario di questa terra e, in un certo senso, lo sentiamo “uno di noi”. È venuto a trovarci nel 2022, in occasione di una visita alle sue cugine. Ha trascorso un intero fine settimana con noi, un evento che fu definito “l’incontro tanto atteso”, ed è stato davvero un momento molto significativo per la nostra diocesi.
Le sue cugine, Carla e Delia. Come stanno vivendo queste ore?
Sono sicuramente preoccupate, anche se, da buone piemontesi, mantengono la loro compostezza.
Carla, la più anziana, mi ha detto con grande fiducia: “Lui è un lottatore, vedrete che ce la farà e continuerà il suo cammino”.
Mi diceva anche che spera che lo aiutino finalmente a riposarsi un po’.
E la comunità diocesana come sta vivendo queste ore?
Domenica, in tutte le parrocchie della diocesi, si è pregato per il Santo Padre. Alcune comunità hanno organizzato momenti particolari di preghiera, come la recita del Rosario prima della messa. Domani avremo un incontro del Consiglio diocesano e valuteremo se organizzare ulteriori iniziative di preghiera comunitaria.
Bergoglio è una figura amata ad Asti?
Senza dubbio. Come dicevo, mutuando lo slang dei giovani, è “uno di noi”. C’è un legame profondo, la sua famiglia è originaria di queste terre. Il Papa è cittadino onorario di Asti, e questa vicinanza si traduce in un affetto particolare da parte della comunità.
Sentiamo quasi di avere un “diritto” speciale ad amarlo e a preoccuparci per lui.
Ha ricevuto espressioni di vicinanza dalla comunità?
Sì, vorrei condividere un messaggio che mi ha colpito. Una signora mi scrive: “Ho un grande timore per la salute di Papa Francesco e prego tutto il giorno come non ho mai fatto prima. Mi scusi, ma per me il Santo Padre è come una stella polare. Prego come ci insegna lui, ma non riesco a darmi pace”. Questo, credo, esprima bene il sentimento di molti fedeli, anche qui ad Asti: lo sentiamo vicino come un padre, come un familiare.
E lei, Eccellenza, con quali sentimenti sta accompagnando il Santo Padre?
Siamo tutti preoccupati. Vorremmo poterlo vedere, parlarci, ma ora non è possibile. È un momento di grande attesa e preghiera. Lui mi ha nominato vescovo ad Asti. Ho avuto il privilegio di ospitarlo a casa mia durante la sua visita. Ricordo con affetto la cena che abbiamo condiviso con le suore: è stato un momento di grande semplicità e familiarità.
Il Papa mi ha sempre dimostrato grande affetto e stima, e questo crea inevitabilmente un legame speciale. È un’esperienza che credo molti vescovi abbiano provato: Francesco ha la capacità straordinaria di far sentire ogni persona conosciuta e apprezzata per quello che è.
Quando lo ha incontrato ha sentito questa vicinanza?
Sì, ogni volta che lo salutavo, lui sapeva chi ero, mi faceva una battuta o un commento personale. Una volta mi disse una cosa che mi colpì molto, e capii che davvero ricordava le persone e le situazioni. Ha una memoria incredibile e una straordinaria capacità di relazione.
Fone: Sir – foto di Davide Garetto