Con l’arresto dell’assassino non si chiude la vicenda di Maria Luisa Fassi, la tabaccaia assassinata per rapina nella sua rivendita di corso Volta la mattina del 4 luglio. Sono infatti scatatti i meccanismi della giustizia che porteranno Pasqualino Folletto, magazziniere incensurato che ha confessato il delitto, sul banco degli imputati con le accuse di rapina aggravata e omicidio aggravato dalla crudeltà. Un procedimento penale che potrebbe chiudersi entro l’anno. La famiglia di “Migia”, il marito Valter Vignale, i due figli e i genitori Piero e Pina Fassi hanno deciso di rivolgesri all’avvocato Pierpaolo Berardi per costituirsi parti civili nel processo. Al momento nessuno avrebbe richiesto perizie di parte: sia i familiari di Maria Luisa sia Folletto, difeso dagli avvocati Merlino e Romagnolo, sembra abbiano espresso il desiderio di affidarsi, almeno per il momento, alle documentazioni e alle prove recuperate dai carabinieri. Intanto proseguono le ricerche del coltello da cucina che Folletto avrebbe usato per colpire a morte per oltre 45 volte la sua vittima. Lui stesso ha indicato agli inquirenti il luogo dove lo avrebbe gettato dopo il delitto, ma per ora le battute di caccia non hanno portato a nulla. A metà della prossima settimana i carabinieri del Ris invece analizzerano la Megane grigia usata dall’omicida per raggiungere la tabaccheria. A una prima superficiale ispezione la vettura era risultata pulita. Sarebbe stato lo stesso Folletto a lavarla, dentro e fuori, gettando i tappetini interni. E’ praticamente certo che l’uomo sia uscito dalla tabaccheria sporco del sangue della sua vittima e quindi tracce ematice potrebbero trovarsi ancora all’interno dell’abitacolo. Una prova che potrebbe rivelarsi fondamentale al processo.