Terzo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2020 spegne 121 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 gennaio 2020
Giornalismo, presidio contro il malcontento
La mia maggiore preoccupazione è rivolta al malcontento della gente. Mi sto interrogando, cerco di raccogliere più informazioni. Per capire. C’è un grido del nostro popolo che va ascoltato”.
Il vescovo Marco Prastaro ha concluso così l’affollato incontro con i giornalisti che si è svolto mercoledì in vista della ricorrenza di San Francesco di Sales (“un santo che ho particolarmente a cuore perché era il patrono del mio seminario”).
Un appuntamento che si ripete ogni anno a gennaio in Vescovado.
La riflessione verteva sul contenuto del messaggio che papa Francesco ha pubblicato in occasione della 54 giornata delle Comunicazioni Sociali “per costruire ponti, per unire e condividere la bellezza dell’essere fratelli in un tempo segnato da contrasti e divisioni”. [Continua sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 gennaio 2020]
Asti, una città contro la violenza sulle donne
Un giorno solo non basta per parlare di violenza contro le donne. Così ieri il Teatro Alfieri ha ospitato due eventi dedicati agli studenti ma non solo, lo spettacolo teatrale “Il nostro nome… donne” nel quale tra gli altri hanno recitato gli assessori Pietragalla e Imerito e un flash mob organizzato dal Coordinamento Donne Cgil. Un’occasione per fare cultura e sensibilizzare i ragazzi alla non violenza. Proprio mentre si discute sulla presenza al Festival di Sanremo del rapper Junior Cally, tacciato di sessismo in alcune sue canzoni. Anche le amministratrici astigiane Pietragalla, Cerrato e Ragusa, come altre colleghe in tutta Italia, hanno scritto alla Rai “affinché non venga data ulteriore visibilità a un personaggio che, pur non portando sul palco alcune canzoni, è divulgatore di messaggi che incitano alla violenza di genere”.
Costruire ponti fra le generazioni
Una delle ultime parole d’ordine è “costruire ponti”. Si possono costruire tra confessioni religiose nel dialogo ecumenico, tra sessi per ovviare alla violenza di genere, tra etnie. Ma l’urgenza che il movimento Fridays for Future indica è di ricostruire un ponte tra le generazioni, non più scontato e eroso a causa dei cambiamenti climatici, del debito pubblico e dell’incertezza lavorativa.
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