Quando a luglio il nostro Vescovo ha invocato sui ragazzi di Castelnuovo Calcea i doni dello Spirito Santo, tra i quali quello della “scienza”, forse non sapeva che tra i cresimandi ce n’era uno che poteva già fregiarsi del titolo di “scienziato”, e dopo poco tempo avrebbe vinto nientemeno che l’ “Oscar” dei giovani scienziati europei. E’ vero che nel catechismo di preparazione si spiega che il termine, come quello di saggezza o di intelletto, ha il valore di una virtù spirituale, capace di cogliere il bello della presenza di Dio, più che di un percorso intellettuale, ma Valerio è un ragazzo che “ci crede”, e ammette tranquillamente che “Sì, ho anche pregato per questa mia avventura, ma soprattutto ho ringraziato…” Valerio Paglierino ad aprile era entrato nella cronaca nazionale quando, al concorso “I giovani e le scienze” organizzato dalla Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, su 32 finalisti la giuria gli aveva assegnato il premio speciale Aica e l’accesso a Eucys, il concorso europeo che si è svolto a Bruxelles in questi giorni. Quella vittoria Valerio l’aveva dedicata a don Alberto Rivera, il suo professore di religione al Pellati di Nizza da poco scomparso. Aveva poi partecipato all’ Italian Internet Day che a Pisa celebrava i 30 anni di connessione dell’Italia, con la presenza di illustri personaggi, e nell’occasione il notista dell’ “Avvenire” aveva scritto: “Come simbolo dell’Italian Internet Day non avrei scelto politici, guru, imprenditori o dirigenti di questi o quell’organizzazione. Io avrei messo al centro di tutto ragazzi come Valerio Pagliarino…”: come inizio non c’è male… E la storia ha avuto un seguito: da ieri Valerio è l’uomo, anzi il “giovane del giorno”. Basta digitare il suo nome ed appaiono pagine e pagine di notizie e interviste al ragazzo astigiano appena tornato da Bruxelles, dove ha vinto il primo premio alla ventottesima edizione del prestigioso Concorso giovani scienziati della Commissione Ue, col progetto “LaserWan: connessione a banda ultralarga laser”. Accompagnato da papà Danilo, e dai nonni Margherita e Angelo, Valerio a Bruxelles ha preparato come tutti il suo stand, e da venerdì a domenica è stato impegnato nei confronti e nelle prove che avrebbero designato i vincitori, con la proclamazione che lo consacra miglior giovane scienziato europeo lunedì. “I vincitori di quest’anno sono stati scelti nell’ambito di una dura competizione, a cui hanno partecipato 138 giovani ricercatori, venuti a Bruxelles con brillanti idee innovative” – ha commentato il commissario Ue alla ricerca, Carlos Moedas. Nella capitale belga il soggiorno era presso lo storico Metropole, l’unico hotel ottocentesco ancora in funzione, il primo ad avere elettricità e riscaldamento, ma soprattutto sede nel 1911 della prima Conferenza Solvay, con la presenza di “numi tutelari” per tutti gli scienziati come Albert Einstein, Marie Curie ed Henry Poincaré: come a dire, in buona compagnia… Valerio è sbarcato a Linate poco prima di mezzogiorno di lunedì ed ha trovato ad attenderlo la troupe di RAI2, che già al telegiornale delle 13 avrebbe mandato in onda l’intervista, nella quale si presenta con tutta naturalezza, con risposte fluenti ed appropriate, che consegnano a tutta Italia l’immagine di un ragazzo “normale”, né impacciato né esaltato. Un ragazzo dei nostri paesi e, con Valerio e la sua famiglia possiamo ben aggiungere, delle nostre parrocchie, per un aspetto un po’ timido e per l’altro estroverso, che torna alla normalità del suo paese, Castelnuovo Calcea, della sua scuola, il Pellati di Nizza, e della sua famiglia. Torna con i nonni, i genitori e la sorella Agnese, che lo giudica “uno che studia tanto, un po’ secchione, ma che proprio non se la tira…”: lei frequenta la terza media a Mombercelli, dove anche il fratello ha studiato, e non vede per sé un futuro nella scienza, piuttosto nel giornalismo. A Nizza i compagni aspettano questo amico che non si atteggerà certamente a divo, ma continuerà con loro il percorso scolastico, con le idee già chiare su quello che sarà il suo impegno futuro. Valerio al suo ritorno ha brindato con famigliari e amici in semplicità, con uno sguardo radioso che ben si può capire in questo momento, ma che è sua caratteristica da sempre: da quando da piccolo a Mombercelli, in quel locale che è la sede della UTI, la ditta del lavoro di papà Danilo e di mamma Daniela, disegnava schemi elettrici che poi sottoponeva al “capo” Paolo Castino perché ci apponesse timbro e firma. Con lui c’erano anche le sue “prof” delle Medie a Mombercelli, Graziella Bera e Susanna Mazzetti, e don Franco che rilancia l’idea del “muro dei cento”, vale a dire su una parete della “Zandrino” la presenza dei ragazzi che hanno raggiunto le alte vette dei risultati in maturità o in laurea universitaria, e sono tanti… Certo al momento Valerio sarebbe al posto d’onore, come “campione europeo”, dopo Alessandra Gambino, oggi felice mamma di Filippo, che cinque anni fa vi si era insediata vincendo la “Mela d’oro” del prestigioso “Premio Bellisario”, a riprova che anche nelle nostre scuole, nei nostri piccoli paesi e nelle nostre modeste famiglie si può diventare “grandi”…