La relazione del prof. Dimitris Argiropoulos, docente di Pedagogia presso l’università di Bologna, tesa a delineare “proposte per la qualità dell’educazione inclusiva considerando anche i bisogni spirituali e religiosi” ha concluso il corso “Il dialogo con l’Islam: una risorsa possibile” organizzato dalla Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Asti, in collaborazione con l’AIMC, la Fondazione Goria e il Progetto Culturale della Chiesa locale. Il prof. Dimitris ha coinvolto i partecipanti con la sua valenza di educatore specializzato nella pedagogia della marginalità estrema, relativamente alle migrazioni, ai profughi e alle minoranze etniche, focalizzando il suo intervento sull’accoglienza, declinando la necessità di attuare percorsi di reciprocità su tempi lunghi di conoscenza, condivisione, scoperta dell’altro nella sua cultura, nei suoi bisogni, nella sua necessità di ottenere attenzione e cura. Un invito a non relegare le tematiche del dialogo nei confini limitati di una serie di conversazioni, ma collocare questa dimensione relazionale in un “processo” sistematico di azione culturale che sia capace di superare la condizione “del provvisorio” per approdare ad un progetto educativo di ampio respiro capace di rinnovarsi a fronte dei nuovi bisogni emergenti e disponendo di opportuni criteri di manutenzione. Segnali di attenzione che nel secondo incontro Farian Sabahi, scrittrice, giornalista e docente universitaria specializzata sul Medio Oriente ha focalizzato per dar voce ai musulmani di seconda e terza generazione che, come lei, hanno reso l’esperienza della migrazione una componente essenziale della propria identità; un pensiero che può contribuire a facilitare la comprensione del mondo islamico superando ogni schematismo. Citando un detto arabo «l’odore dei soldi sposta anche il corso dei fiumi», la relatrice ha esemplificato la complessità della società in un momento in cui gli scenari nazionali e internazionali pongono sfide del tutto inedite rispetto al passato offrendo, in modo davvero laico e scientificamente significativo, la comprensione del mondo islamico, coniugando cultura e libertà, rigore scientifico ed onestà intellettuale. Necessità di dialogo sostenute dall’islamologa Silvia Scaranari del Centro Peirone di Torino nel primo incontro per porre sempre maggiore attenzione alle necessità di suscitare su questi temi la riflessione e le proposte metodologiche più appropriate per gli insegnanti, gli educatori e tutti coloro che hanno a cuore l’educazione delle nuove generazioni. Se l’intento degli organizzatori di questa serie di conversazioni era la ricerca di mettere a “fattor comune” idee ed esperienze per capire l’approccio più opportuno con le risorse e le problematiche dell’Islam contemporaneo, questo corso deve necessariamente rappresentare il punto di partenza per ulteriori sviluppi condivisi di approfondimento, ricerca e dialogo. La grande risposta dei docenti che hanno aderito al corso e la bella sinergia delle associazioni che hanno determinato il successo dell’iniziativa sono un “valore” su cui innestare altre opportunità di confronto e di crescita. Nel tempo in cui si parla ancora di “muri” mentre da tante parti si costruiscono “ponti”, la cultura può svolgere un ruolo fondamentale di preparazione alla novità che deve alimentare un futuro di pace vivendo il presente con il criterio dell’addizione; la preziosa collaborazione di istituzioni laiche ed ecclesiali nella costruzione di questo corso, di cui si è sinteticamente tracciata una sintesi, è un segnale preciso della convergenza necessaria per progredire nella ricerca intrapresa e continuare ad offrire alle agenzie educative e formative del nostro territorio quei segni di speranza tanto invocati quanto difficili da raggiungere. Per contatti con gli organizzatori e per eventuali richieste di informazioni scrivere a: oikoumene1915@gmail.com Michelino Musso