Azione dei giovani dell’associazione “A Sinistra”. Nella notte scorsa sono stati appesi divesri manichini sugli archi della discordia installati fra le polemiche davanti alla palestra di via Dalla Chiesa, quartiere di corso Alba. Il gesto è stato immediatamente “rivendicato”. “Asti è una città che subisce pesantemente la crisi economica. La classe media sempre più povera, i giovani costretti a trasferirsi, le aziende chiudono, mancano soluzioni per far fronte al “problema casa”, offerte culturali e di svago carenti. Insomma, una città dormitorio, priva di prospettive – hanno scritto -. Noi non ci rassegniamo al declino della nostra città e siamo convinti che per contrastarlo non possa essere sufficiente il richiamo al sacrificio e all’austerità, ma che occorrano scelte coraggiose nel contesto di una programmazione pubblica che permetta partecipazione, cultura e una nuova economia. Questi semplici concetti sono evidentemente sconosciuti alla Giunta e al Sindaco di Asti. Come se non bastassero queste carenze, assistiamo ad uno spreco di denaro pubblico: in Via Dalla Chiesa (corso Alba) da qualche tempo sono comparse delle strutture che potremmo definire senza nessuna apparente utilità. Una trentina di strutture in legno che circondano la palestra di corso Alba che sono costati circa 20mila euro finanziati dai fondi Pisu (Progetto Integrativo Sviluppo Urbano), destinati alla riqualificazione delle zone periferiche del Sud-Ovest della città. Ci sembra che un’opera di tali costi e di tale inutilità non giovi né all’estetica né alle finanze della città né ai bisogni reali delle persone… per questi motivi crediamo che un utilizzo dei fondi erogati dal Programma Operativo Regionale finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale potrebbero essere meglio utilizzati cercando di porre rimedio alle numerose esigenze primarie dei cittadini astigiani”. “Con questa azione vogliamo evidenziare come i problemi delle persone siano sottovalutati dall’amministrazione comunale. Paola, Antonio, Irina, Mattia e Daniele sono manichini che rappresentano astigiani comuni con problemi comuni a cui occorre dare risposte urgenti, efficaci ed alternative – continuano -. Fabrizio invece è un manichino che siede su numerose poltrone , più attento alle ambizioni dei pochi che alle esigenze dei molti e non offre una risposta adeguata a questo disagio. Se nulla cambia, in città come nel Paese, questa tragica rappresentazione potrebbe diventare tragica realtà. Rivendichiamo invece il diritto al lavoro, al sapere, alla salute, alla solidarietà e alla speranza. Siamo giovani astigiani di sinistra, impegnati in varie realtà sociali e politiche. Ci siamo e ci impegneremo nei prossimi mesi per proporre alternative credibili ai problemi dei più deboli. Asti ci sta a cuore, davvero”