I partecipanti del Palio di Asti hanno giurato, sul Codice Catenato, di «correre il Palio con lealtà e onore».

Il Giuramento è avvenuto, come da tradizione, alla presenza dei Vessilliferi dei Rioni, Borghi e Comuni partecipanti, del Capitano e dei Magistrati, dei Cavalieri Eletti con il Vessillifero, degli Sbandieratori del Palio di Asti, del Sindaco della Città di Asti Maurizio Rasero, dell’Assessore delegato al Palio, Riccardo Origlia, di tutti i Rettori, delle maggiori autorità civili e religiose e dinanzi a tutta la cittadinanza.

Inizia così ufficialmente l’anno paliofilo 2024, che culminerà con la corsa del Palio il 1 settembre.

Dopo il giuramento di Capitano, Magistrati e Rettori, la cerimonia è proseguita con la «Stima dei Drappi», realizzati quest’anno da Stefano Bressani: uno destinato al vincitore della corsa, l’altro alla Collegiata di San Secondo.

In rappresentanza dell’antica corporazione dei tessitori e dei mercanti, gli estimatori Alberto Bissolino, Mauro Merlo, Domenico Torchio, con le mani sul Codice Catenato, hanno pronunciato la formula solenne: «Giuro di bene e fedelmente adempiere all’estimo che mi viene affidato».

“Presentare il Palio di Asti – ha commentato l’artista Stefano Bressani – è un desiderio che risale a più di 10 anni fa. Ho diviso il Drappo in 3 scene principali: la Natura, il territorio e il Divino”.

LA SCENA DI LOTTA (La Natura) Una scena dinamica. Tre sono i cavalli, sintesi della perfezione e dell’equilibrio, ed uno il Capitano, che rappresenta la forza e la determinazione come icone, condottiero di un impegno che è in quel giorno solo il risultato di tanti giorni. La polvere, che dagli zoccoli sale rumorosa, inneggia la fatica ma allo stresso tempo non nasconde la scena che dietro avviene concitata tra una folla di persone che esultano.

LA SCENA DI ARCHITETTURA (Il territorio) Asti, che si mostra gioiosa attraverso il colore delle sue antiche forme: le torri, le mura e i merli sulle sommità, tra archi e porte che lasciano intravedere in piani secondi e quinte sceniche, celati paesaggi senza troppo svelare; quasi come se volessero invitare il visitatore a scoprire la Città di Asti oggi, ma con il sogno di rincorrere tempi passati che riportano ai suoni, agli odori e ai rumori di un tempo.

LA SCENA DEL SANTO (Il Divino)

San Secondo, in vesti di “Guerriero della pace”, sorregge la sua spada come un crocifisso in segno della sua benedizione e si appoggia con la mano sinistra sulle mura della Città di Asti con la stessa benevolenza di un caro Amico confidente. In questo nobile San Secondo, mostra la sua pazienza nell’accompagnare la storia e la serenità della città, trasmette il desiderio di infondere alla folla acclamante il senso di correttezza e lealtà della competizione. Alle spalle del Santo un cielo senza tempo, che dalla luce al buio, seguendo il percorso del Sole che sorge a Est per lasciare spazio alla Luna.