E’ stata svelata la loation della cena in bianco che si terrà domenica 4 settembre nel suggestivo scenario di piazza Castigliano. La Cena in Bianco sarà l’evento di apertura del ricco programma del settembre astigiano. È un evento gratuito per tutti gli astigiani ma anche per chi, arrivando da fuori, voglia passare un momento unico nella nostra città. Una suggestiva cena collettiva in un luogo a sorpresa quasi fino all’ultimo momento, aperto a tutti, grandi e piccini, con un unico vincolo: tutto, rigorosamente bianco. Si può partecipare da soli o in compagnia, con amici, in coppia o con la famiglia. Si cena tutti insieme per vivere l’emozione di una sera all’insegna delle cinque E: etica, estetica, ecologia, educazione ed eleganza. Ognuno dovrà pensare a tutto il necessario portandosi da casa tavolo (rettangolare o quadrato per formare lunghe file), sedie, cibo, tovaglia in tessuto e stoviglie in ceramica, bicchieri e bottiglie in vetro, niente carta e niente plastica. Sono ben accette ogni forma di decorazione, centrotavola, palloncini, fiori, candele e candelieri o lanterne o pile/lucine con led a batteria. Anche gli abiti in tema col dress code della serata saranno completamente bianchi. Libero sfogo alla fantasia, al gusto e all’eleganza: in lungo, in corto, in seta, cotone o lino, in pizzo. Sono ben accetti gli accessori: cappelli, ventagli e guanti, bretelle e papillon, coroncine e fiori con un unico vincolo… tutto bianco. Per dare la propria adesione gli organizzatori chiedono a ogni partecipante di compilare l’apposito modulo. “La cena si svolgerà in uno spazio pubblico per cui ogni partecipante si impegna a fine serata a sparecchiare e smontare tutto portando via in un sacchetto eventuali rifiuti che poi metterà negli appositi cassonetti in città – rendono noto dall’associazione Cre[At]ive -. Non deve rimanere traccia del nostro passaggio. C’è un solo modo per mantenere pulite le nostre città: non sporcarle”. L’organizzazione della seconda edizione della Cena in Bianco di Asti è a cura delle Cre[At]ive e di Paolo Faretra.