La diffusione dei pagamenti elettronici sembra ormai inarrestabile, dal momento che tantissimi italiani apprezzano la comodità di pagare con carta o smartphone, senza doversi portare dietro monete e contanti. Ma gli esercenti sono obbligati ad accettare il pagamento digitale oppure possono rifiutarsi?
Pagamenti elettronici e POS: cosa dice la legge
La legge italiana è molto chiara riguardo l’obbligo di POS da parte dei proprietari delle attività commerciali. Se già dal 1° gennaio 2014 ogni esercente era obbligato ad avere un POS nel proprio negozio, con il Decreto Legge 152/2021voluto dal Governo Draghi i negozianti non possono più rifiutare un pagamento elettronico.
La norma rientra nell’ottica dell’adeguamento alle direttive Europee antievasione. Il Decreto Legge esplicita anche le sanzioni previste per l’esercente in caso di rifiuto. L’obiettivo è quello di combattere l’evasione fiscale, ma anche di rispecchiare le nuove abitudini di acquisto dei consumatori.
Il POS è obbligatorio per tutti?
Qualsiasi commerciante o professionista deve dunque obbligatoriamente munirsi di un POS. Per fortuna realtà come Nexi, specializzate in soluzioni di pagamento digitale, offrono ad oggi diverse alternative valide e convenienti, pensate per ogni attività.
Rientrano dunque nell’obbligo di POS svariate categorie merceologiche, dai commercianti al dettaglio ai titolari di attività di ristorazione e strutture ricettive, ma anche artigiani, tassisti e liberi professionisti quali consulenti, medicie avvocati. Anche i tabaccai devono accettare i pagamenti digitali, pure per la vendita di prodotti soggetti a monopolio di Stato (tabacco lavorato, valori bollati…).
Esistono tuttavia due principali eccezioni a quanto appena detto:
- Esercenti in condizioni di “Impossibilità tecnica e oggettiva”. Ne fanno spesso parte ad esempio commercianti o professionisti che lavorano in zone difficili poco servite dalla linea internet. In quel caso, il rifiuto del pagamento digitale non può essere sanzionato;
- Professionisti che effettuano transazioni verso altri professionisti oppure consulenti che operano principalmente tramite bonifici bancari o in assenza di sede fisica.
Cosa succede in caso di rifiuto di pagamento elettronico?
Come anticipato, il Decreto Legge 152/2021 prevede delle sanzioni ed ha introdotto una multa amministrativa di 30 euro nei confronti degli esercenti che rifiutano un pagamento elettronico. Tale sanzione si applica su ogni singola transazione e ad essa si somma una ulteriore multa pari al 4% dell’importo previsto.
Se ad esempio un negoziante rifiutasse di fare pagare con il POS una transazione di 500 euro dovrà aggiungere ai 30 euro, di multa base, altri 20 euro per un totale di 50 euro di sanzione complessiva.
È importante ricordare che non esiste alcun tetto massimo alle multe notificabili a un singolo esercente. Continuare a rifiutare pagamenti elettronici rischia dunque di esporre l’attività a perdite economiche cospicue, oltre a peggiorarne la credibilità agli occhi dei consumatori.
Non aggiornarsi è pertanto un comportamento controproducente per l’esercente. I pagamenti elettronici portano vantaggi significativi e riducono l’accumulo di contante, evitando furti e smarrimenti. In più la contabilità ne esce fortemente semplificata, favorendo il lavoro di tutti i dipendenti.
Per di più, sono ad oggi disponibili varie tipologie di POS con features esclusive che facilitano la gestione dell’attività, quali ad esempio stampanti integrate o possibilità di pagamento via link o QR, ideali per gli e-commerce.