Come da tradizione anche il 2020 si apre con uno degli eventi gastronomici più amati e attesi dell’Astigiano. Giovedì 2 gennaio a Castiglione va in scena la “Fagiolata di San Defendente” che da oltre 800 anni lega storia e solidarietà. Sacchi di fagioli e ceci vengono cotti e distribuiti in piazza. E’ una delle tradizioni più antiche del Piemonte con origini che risalgono al 1200. Prima la questua per raccogliere i legumi era fatta dalla “Compagnia Religiosa dei Battuti” e dal 1990 l’iniziativa è passata alla pro loco ed ai ragazzi della leva. Da otto secoli la “Fagiolata” mantiene inalterato il rito: la data due gennaio, la lenta cottura su fuoco a legna, la distribuzione in piatti da consumare sul posto oppure da portarsi a casa in pignatte. Alle 5,30 di domani, 20 cuochi si troveranno in piazza San Defendente per cucinare in 60 paioli sette quintali di fagioli e ceci conditi con costine di maiale. A mezzogiorno, dopo la Messa benedizione e distribuzione gratuita. Le offerte volontarie che verranno raccolte saranno devolute in beneficenza.
La storia della Fagiolata di San Defendente
“Et minam unam leguminum pauperibus erogare” (Distribuire ai poveri un’emina di legumi). Così termina l’atto notarile al quale si fa risalire la più antica tradizione di Castiglione d’Asti e una delle più vecchie del Piemonte. Dalle ricerche sviluppate dal Canonico Lorenzo Gentile negli anni trenta, risulta che il succitato atto fu stipulato nei chiostri del Duomo di Asti nel 1200.
1200 – Le origini
I fratelli Giacomo e Rodolfo di Valle Canea (Caniglie), pongono fine all’annosa vertenza con il Capitolo Ecclesiastico con un accordo e un certo Guglielmo Baldissero di Castiglione si offre di pagare una parte del compenso dovuto dai Canonici ai Feudatari, a condizione che, dopo la sua morte, sia celebrata ogni anno una S.Messa per lui ed i suoi parenti e distribuita ai poveri del paese una “emina” (antica unità di misura) di legumi.
Primi del 900 – La tradizione continua
A farsi carico della questua, della cottura e distribuzione gratuita dei fagioli sino ai primi anni del 900 sono stati i Confratelli della Compagnia del Suffragio, i “Batì”.
Dai paesi vicini e da Asti arrivavano in molti, spesso affamati e fra questi i girovaghi, le “Ligere” che almeno per un giorno potevano contare su un pasto caldo garantito.
Oggi – Prosegue la solidarietà
Il compito della raccolta dei fagioli, della loro cottura e distribuzione è passato nel corso degli anni dai “Batì” ai “Coscritti” (1917) e da qualche tempo (1990), con il moltiplicarsi della quantità, e la scarsità dei coscritti alla “Pro loco di Castiglione” in collaborazione con i ragazzi di leva. Dopo otto secoli “La Fagiolata”, continua mantenendo inalterate le caratteristiche peculiari iniziali della manifestazione: la data 2 Gennaio, la lenta cottura (circa 4 ore) su fuoco a legna e la distribuzione anche nei più svariati contenitori (Brunse e brunsin) che gli avventori si portano da casa; per gustarseli tranquillamente al caldo nella propria abitazione. Quest’anno (2020) la “Fagiolata” verrà preparata da oltre 20 cuochi che si daranno appuntamento in piazza S. Defendente alle 5,30 per preparare e cucinare oltre 60 paioli circa 550 Kg. di fagioli e ceci conditi con abbondanti cotenne piedini, code, costine e cotiche di maiale che cucinati verranno distribuiti dopo la benedizione, gratuitamente a tutti i presenti. Questa manifestazione mantiene immutato nel tempo il suo messaggio di pace e solidarietà : da alcuni anni infatti; tutte le offerte raccolte vengono destinate ad opere di beneficenza e in particolare; una parte all’Aism, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Sezione di Asti e un’altra parte alla mensa sociale del Comune di Asti gestita dalle Suore della Pietà e per anni assieme a Suor Palmira Bernardi mancata nel 2009 dopo una vita dedicata ai poveri.