Gli ultra65enni non autosufficienti o le persone i cui bisogni sanitari e assistenziali sono assimilabili a quelli di un anziano non autosufficiente potranno essere dimessi dall’ospedale e presi temporaneamente in carico presso il loro domicilio da personale di Rsa autorizzate, oppure direttamente in una Rsa, secondo percorsi di continuità assistenziale a carico della Sanità. Il provvedimento non riguarda i pazienti Covid e nemmeno le strutture in cui siano presenti casi o focolai di infezione Covid.
La decisione assunta dalla Giunta regionale prevede che la dimissione dagli ospedali riguarderà tutti quei pazienti ancora bisognosi di assistenza, ma che possono essere gestiti in modo efficace e appropriato anche in sede non ospedaliera, previa apposita valutazione e richiesta del Nucleo ospedaliero di continuità delle cure.
In caso di dimissione al proprio domicilio, il paziente avrà garantito il necessario supporto specialistico del servizio ospedaliero da cui proviene, ricorrendo anche alla telemedicina. L’assistenza domiciliare erogata dal personale della Rsa è prevista per un massimo di 30 giorni, prorogabile di altri 30 in caso di certificate necessità sanitarie.
Se il trasferimento dall’ospedale avviene direttamente alla Rsa in regime di assistenza ospedaliera, l’ospite, effettuati i test necessari con tamponi molecolari risultati negativi effettuati nelle 48 precedenti, sarà posto per 14 giorni in isolamento, al termine del quale il suo stato di salute andrà verificato con ulteriore tampone negativo, nel rispetto di tutte le norme, linee guida e buone pratiche relative al Covid-19. Qualora le sue condizioni sanitarie migliorino, potrà essere attivata, anticipatamente rispetto alla durata prevista, la procedura di ritorno al proprio domicilio, anche attraverso le modalità previste dal percorso di continuità assistenziale domiciliare. Il ricovero in Rsa potrà durare fino a 30 giorni, estendibili a 60 qualora non vi siano condizioni oggettive di dimissibilità, ed è finalizzato al rientro a domicilio del paziente. Dal 31° giorno, salvo certificate condizioni di indimissibilità, sarà applicata la quota di compartecipazione (50% della retta) a carico dell’utente o del servizio sociale. Nel momento in cui è dichiarata dimissibile, qualora permanga in struttura, alla persona sarà addebitata l’intera retta giornaliera.
Nello spiegare lo scopo della delibera, l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi precisa che “si vuole favorire la riduzione della pressione dei ricoveri in ospedale, garantendo la continuità assistenziale attraverso la rete delle oltre 700 Rsa capillarmente distribuite su tutto il territorio. E’ un altro importante passo verso un modello di assistenza che vede al centro la complementarietà tra ospedale e medicina territoriale, a supporto soprattutto delle persone più fragili”.