Nei giorni scorsi dopo una conferenza stampa convocata dai tre sindacati Cgil, Cils e Uil con tema il futuro della sanità locale si è tenuto l’incontro tra le sigle sindacali e l’Asl At, rappresentate da Luca Quagliotti (Cgil), Stefano Calella (Cisl) e Armando Dagna (Uil) e dal commissario Giovanni Messori Ioli per l’Azienda Sanitaria Locale.
Cgil, Cisl e Uil hanno nuovamente avanzato le richieste già illustrate durante la conferenza stampa del 27 luglio e che erano volte ad avere delle risposte relativamente alla riapertura punto di primo soccorso di Nizza Monferrato; sulla situazione della diagnostica relativa alla tac ed al mammografo dell’ospedale di Nizza Monferrato; sulla situazione relativa alla prestazioni ambulatoriali e diagnostiche e alle liste di attesa sospese durante il lockdown; sui servizi sanitari territoriali e sulla situazione dell’ospedale della Vallebelbo;
“Per quanto riguarda la riapertura del primo intervento di Nizza Monferrato siano stati rassicurati sia sulla data di riapertura, che come è nota sarà il 10 agosto, sia per quanto attiene il futuro del punto di primo intervento che, non appena sarà finito il periodo feriale, dovrebbe tornare ad avere un apertura sulle 24 ore. Il punto di primo intervento non sarà uguale a quello precedente anche per poter rispondere immediatamente a casi di sospetti covid. Per questo motivo è stata predisposta una tenda per il pre triage ed è stata attivata una convenzione con la Croce Verde per una risposta immediata in caso di sospetto covid ed invio all’ospedale di Asti”, spiegano i sindacalisti.
Da settembre, invece, (probabilmente dal 15) sarà attiva la nuova tac, mentre saranno al più presto attivate le procedure di gara per l’acquisizione di un mammografo grazie ai risparmi di gestione ottenuti nel 2019. Da settembre sarà inoltre operativa una nuova risonanza presso l’ospedale di Asti. Verranno inoltre potenziate le figure tecniche e sanitarie necessarie a garantire una risposta qualificata. “Questi interventi, da noi attesi da tempo, miglioreranno la capacità di risposta diagnostica dell’Asl At e garantiranno ai cittadini percorsi di risposta più rapidi”, aggiungono.
Per quanto attiene alle prestazioni ambulatoriali sono state recuperate 55.000 prestazioni in due mesi e ne rimangono ancora 14.000 circa. “Vi sono 4/5 criticità che si è cercato di risolvere attraverso convenzioni con alcune strutture private. Dal mese di settembre si dovrebbe tornare alla normalità sui ricoveri chirurgici anche se rimangono alcune criticità a cui la direzione sta lavorando per dare delle risposte – precisano i segretari di Cgil, Cisl e Uil -. Si tratta di criticità già presenti prima del lockdown come, ad esempio, gli interventi della cataratta per cui le liste di attesa sono molto lunghe”.
Dall’incontro è emerso inoltre che l’Asl At si appresterebbe a fare una revisione sui servizi sanitari territoriali puntando su un loro potenziamento e sull’ulteriore valorizzazione delle case della Salute.
Discorso a parte merita l’ospedale della Vallebelbo. “Il commissario ci ha assicurato che l’Iter per la sua realizzazione non è mai stato interrotto ma che il periodo covid ha oggettivamente allungato i tempi di 3/4 mesi – aggiungono ancora Quagliotti, Calella e Dagna -. L’azienda incaricata della realizzazione dell’ospedale ha consegnato il progetto esecutivo quindi la parte tecnica è finita. Durante l’incontro è però emerso che vi sono alcune criticità, come sostenevamo, relative alla rivalutazione, da parte della Regione, di quali servizi e reparti verranno inseriti all’interno del futuro Ospedale. E, inoltre, la Regione dovrà sottoscrivere un nuovo accordo di programma con il Comune di Nizza e l’Asl di Asti”.
Su questi due punti Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato alcune perplessità: “Una nuova ridefinizione delle specialità e dei servizi dell’ospedale della Vallebelbo rischia di far nuovamente posticipare l’inizio dei lavori, con un ulteriore danno economico per l’Asl, ricordiamo che la ditta Ruscalla ha già avuto un risarcimento di circa 2,5 milioni di euro per la prima risoluzione del contratto, e di dover nuovamente mettere mano al progetto esecutivo in caso vi siano modifiche significative del progetto”, precisano .
E aggiugono: “Anche la sottoscrizione di un nuovo accordo di programma potrebbe far slittare i tempi dovendo mettere d’accordo tre soggetti, in realtà due se consideriamo l’Asl At diretta emanazione della Regione Piemonte, che, almeno sulla carta, potrebbero rappresentare istanze ed interessi diversi. Questo, ovviamente, a meno che non ci sia già un accordo tra le parti e di cui nessuno è a conoscenza”.
“Sulla realizzazione dell’Ospedale della Vallebelbo chiederemo un incontro urgente alla Regione Piemonte anche insieme alle nostre segreterie regionali – concludono i sindacati -. Certo è che sulla realizzazione dell’ospedale della Vallebelbo siamo molto preoccupati sia per i tempi di realizzazione sia per la risposta sanitaria che il nuovo Ospedale dovrà dare. Fermo restando che, siamo contrari a far sì che il nuovo ospedale diventi un cronicario o che vengano trasferite al suo interno una o entrambe le Case della Salute presenti in zona. Su questi due punti siamo pronti a mobilitarci. Confermiamo inoltre che prepareremo una piattaforma che proporremo, in autunno, per una discussione sul futuro della Sanità astigiana”.