L’assessore regionale alla Sanità ha relazionato ieri pomeriggio alla IV commissione del Consiglio regionale sull’epidemia influenzale in Piemonte e sulle azioni di contrasto intraprese dalla Giunta.
Il sistema nel suo complesso, ha precisato l’assessore, è stato in grado di dare risposte e di affrontare l’emergenza, grazie al grande impegno del personale sanitario: sono stati messi in campo tutti i provvedimenti che come Regione e come Aziende sanitarie potevano essere applicati, ben sapendo che il problema della cronicità e dell’invecchiamento della popolazione è di carattere nazionale. Sono comunque emerse criticità, legate in modo particolare al tema dell’assistenza territoriale. La Giunta se ne occuperà anche nel nuovo Piano della cronicità che sarà approvato nelle prossime settimane.
Una delle problematiche da affrontare è quella dei medici di famiglia, ha aggiunto l’assessore. Occorre trovare una modalità all’interno del nuovo contratto di categoria, che verrà sottoscritto anche a livello regionale, per cui i medici di famiglia siano presenti nei momenti di emergenza e di maggiore difficoltà proprio in virtù del grande apporto che sono in grado di dare al sistema sanitario.
La prossima settimana sarà poi istituito il tavolo tecnico concordato fra l’assessorato regionale alla Sanità e Cgil, Cisl e Uil per approfondire le questioni emerse in seguito all’epidemia influenzale e all’affollamento dei pronto soccorso, alla luce della necessità di rimuovere alcuni vincoli nazionali sulle assunzioni di personale e di procedere rapidamente al rinnovo del contratto nazionale del comparto sanitario.
Dal 1° al 14 gennaio i pronto soccorso degli ospedali piemontesi hanno dovuto fare fronte a 64.000 accessi, con una concentrazione maggiore dell’anno passato nei giorni di maggiore afflusso. Secondo i dati forniti dal SeReMi, il Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, il picco delle sindromi influenzali registrato nelle prime due settimane del 2018 è stato il più elevato degli ultimi anni e i piemontesi colpiti dall’inizio della stagione sono già 370.000.
Tutte le aziende sanitarie hanno rivisto e migliorato i piani per il sovraffollamento dei pronto soccorso e hanno inoltre provveduto ad assumere personale (medici, infermieri, Oss) per far fronte alle situazioni più critiche. In più, quasi tutti gli ospedali dell’area torinese e alcuni situati nelle altre province hanno potenziato il numero dei posti letto a disposizione dei pronto soccorso: sono 450 i posti aggiunti o riconvertiti dagli altri reparti, a cui vanno aggiunti i circa 200 attivati nelle Rsa, per un totale di 650 posti letto in più. Nei giorni scorsi, inoltre, è stato aperto il nuovo pronto soccorso del San Luigi di Orbassano e venerdì prossimo sarà inaugurata la nuova ala dell’ospedale di Chivasso.