Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, giudica irricevibile e ai limiti dell’offensivo l’atteggiamento della Regione che oggi, dopo avere convocato le parti sindacali tutte, per discutere degli incentivi da mettere sul tavolo per i tanti operatori, infermieri e professionisti della salute, ha proposto come unica cifra i 18 milioni provenienti dal DL18 (che per altro sono già destinati solo al personale) da suddividere sul 25% di tutto il personale sanitario, dirigenza medica compresa, del Piemonte.
Una ripartizione ridicola che non tiene conto di chi ha subito danni in tutti i settori della sanità dall’emergenza e non copre, a ben vedere, nemmeno il numero di infermieri e professionisti delle sanità che si trovano in prima linea a combattere il virus. Una vergogna, che offende il sacrificio che noi ogni giorno abbiamo messo in campo per fronteggiare questa crisi. Il Nursing Up ribadisce che, fino a quando la cifra non verrà cambiata, portandola ad esempio ai livelli di altre regioni con un numero di abitanti simile, tipo l’Emilia Romagna che ha stanziato 60 milioni, ampliando anche la platea dei destinatari superando il ridicolo 25%, permarrà immutato lo stato di mobilitazione proclamato qualche giorno fa.

Il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta Claudio Delli Carri attacca: “La proposta di oggi è doppiamente offensiva. Sia per la quantificazione della cifra, ossia solamente i soldi che arrivano dal Governo e che sono già vincolati al personale, in tutto circa 18 milioni, da distribuire al 25% del personale, una percentuale assurda che non è rappresentativa della realtà di coloro che stanno dando tutta la loro abnegazione in questa emergenza. Sia per l’atteggiamento mostrato dalla Regione e dal suo assessore alla Sanità, che è arrivato alla riunione per andarsene poco dopo dicendo che aveva altri importanti impegni – forse legati alla presentazione dell’ennesima task force -, lasciando tutto in mano a tecnici che non potevano avere capacità decisionale. Un atteggiamento gravissimo e offensivo, da parte della Regione, che ancora una volta denota incapacità decisionale, nessuna preparazione sulla materia contrattuale, e scarsissima considerazione per coloro che sono invece il principale baluardo contro l’infezione da coronavirus: infermieri e professionisti della salute.
Prendiamo atto che l’assessore avesse altro da fare piuttosto che parlare con noi. E ribadiamo che fino a quando non verranno presentate cifre accettabili da destinare a un numero adeguato di colleghi, e non “una tantum” o una sorta di “mancetta” come ci è stata paventata oggi al tavolo, noi rimarremo in stato di mobilitazione. L’assessore la prossima volta si prepari e trovi i fondi adeguati prima di convocarci, e si ricordi che il nostro tempo è davvero prezioso: noi salviamo ogni giorno delle vite”.