La Regione Piemonte consegnerà gratuitamente alle residenze socio-assistenziali i tamponi rapidi che permetteranno di agevolare gli incontri tra gli ospiti ed i loro parenti.
A comunicare questa nuova iniziativa il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi nel corso di una videoconferenza stampa dalla Sala della Trasparenza del Palazzo della Regione.
“Aspettiamo che il Governo per metà maggio approvi le misure sulla riapertura delle Rsa che sono state predisposte dalla Conferenza delle Regioni – ha dichiarato Cirio – e vengano codificate in maniera omogenea le modalità che l’80% delle strutture sta già applicando autonomamente su discrezione del proprio direttore sanitario, come previsto dalla normativa vigente. Il giusto equilibrio tra normalità e sicurezza consentirà di riabbracciare ancora di più le persone che amiamo”.
Il presidente ha poi sottolineato che “oggi le Rsa piemontesi sono in sicurezza e il 96,5% di esse è libero dal Covid. A consentirlo è stata la vaccinazione degli ospiti: la quasi totalità ha ricevuto la prima dose e l’83% la seconda. E la sicurezza raggiunta dalle Rsa è la prova che la vaccinazione funziona e produce effetti estremamente importanti. Chi sostiene il contrario veda il dato delle riduzione della mortalità in queste strutture, diminuita di due terzi tra dicembre 2020 e aprile 2021”.
Infine, ha evidenziato che “in questi mesi si è stata realizzata la Piattaforma Residenzialità, che ci consente di avere in tempo reale una panoramica complessiva della situazione delle singole strutture. Per fare programmazione ci vuole un sistema che funzioni, e oggi questo monitoraggio è consolidato e non si torna indietro. Non arretreremo di un millimetro dai grandi risultati raggiunti per la tutela dei nostri anziani”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Icardi: “I tempi sono maturi per facilitare le modalità di riapertura sia per gli ospiti che per i visitatori delle strutture residenziali sanitarie, che hanno compiuto sforzi enormi per adeguarsi alle misure di sicurezza richieste dall’emergenza Covid-19. Il monitoraggio del contagio degli ospiti e del personale si è efficacemente consolidato, così come tutti gli ospiti e il personale sono ormai vaccinati ed anche lo scenario epidemico volge verso una situazione meno critica. E’ quindi ora di consentire una maggiore facilità di accesso, per prestare la massima attenzione anche all’aspetto psicologico degli anziani e delle persone più fragili che hanno vissuto le inevitabili restrizioni dovute all’emergenza. Ne ho parlato in questi giorni in diversi confronti informali con il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il direttore generale della prevenzione presso il Ministero della salute Giovanna Rezza. Le Regioni hanno elaborato nuove linee guida che sono al vaglio del Ministero. Siamo fiduciosi che verranno tenute nella giusta considerazione”.
La revisione delle linee guida per consentire le visite dei parenti nelle Rsa alla luce del fatto che quasi tutti gli ospiti e gli operatori sono stati vaccinati era stata chiesta dalla Regione in una lettera che nei giorni scorsi il presidente Cirio e gli assessori Icardi e Chiara Caucino (Politiche sociali) hanno inviato al Governo.
Tra le altre iniziative assunte dalla Regione nei confronti delle Rsa sono state ricordate la fornitura di 1,1 milioni di test rapidi per monitorare ogni due settimane gli ospiti e il personale, i 41 milioni di ristori stanziati per fronteggiare l’emergenza, l’istituzione dell’Osservatorio regionale con cabine di regia su base provinciale, la possibilità di inserire in Piattaforma Residenzialità il dato dei test rapidi eseguiti e l’età delle persone sottoposte all’esame.
La nuova ordinanza del Governo
E sabato 8 maggio il ministro Roberto Speranza ha emanato l’attesa ordinanza con le relative linee guida.
L’ingresso è consentito solo a visitatori in possesso della Certificazione Verde Covid-19, che documenta la vaccinazione completa o un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o la presenza degli anticorpi prodotti in cui ha avuto la malattia. Le Rsa devono garantire una programmazione degli accessi nell’arco della giornata con modalità utili a evitare gli assembramenti, preferibilmente in spazi all’aperto. Di norma non più di due visitatori per ospite, eccetto casi particolari come caregiver o situazione di fine vita. Massimo rigore, poi, sui dispositivi di protezione, dalle mascherine (almeno Ffp2) ai dispenser per l’igienizzazione delle mani.
Il contatto fisico con l’ospite può avvenire, “in particolari condizioni di esigenze relazionali e affettive”, solo se questo è vaccinato o con infezione negli ultimi sei mesi. È prevista per gli ospiti anche la possibilità del rientro in famiglia dopo “specifica regolamentazione da parte delle direzioni sanitarie o del medico curante in accordo con la direzione”. Quanto ai nuovi ingressi, l’ordinanza stabilisce che se la persona non è vaccinata o ha già avuto la prima dose ma da meno di 14 giorni deve osservare un periodo di quarantena di dieci giorni, oltre che un test all’ingresso e a dieci giorni; nel caso invece abbia ricevuto entrambi le dosi di vaccino nessuna quarantena e nessun test.
Queste disposizioni potranno essere rimodulate in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico, “anche in senso più restrittivo”, dal direttore sanitario o dall’autorità sanitaria.