Oggi, al termine dell’ennesima riunione in Prefettura, in cui sarebbero stati presenti oltre al prefetto di Asti, Claudio Ventrice, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, il sindaco Maurizio Rasero, vertici di Asp e esponenti della Banca di Asti e di Alba, oltre alla Fondazione Crasti, il commissario straordinario, Mario Pasino ha rassegnato le sue dimissioni. La Regione nominerà un commissario liquidatore che porrà fine all’annosa vicenda. All’interno della struttura ci sono ancora 133 ospiti e 110 dipendenti. Numeri che hanno contato molto meno degli 8 milioni di euro di debiti pregressi. Ridotti a circa la metà, e forse anche meno, grazie all’incessante lavorio dell’ex-commissario straordinario e della cordata di imprenditori che la volevano acquistare. Furibondi i sindacati. «Dalla Regione parlano di un trasferimento degli ospiti che dovrebbe avvenire tra il 27 ed il 31 dicembre: una follia- attacca duro Luca Quagliotti, segretario generale della Cgil astigiana – gli ospiti non sono mica pacchi di Natale: dove andrebbe a finire il diritto alla libera scelta?». Senza contare i 35 senza tetto che dormono in un ala del Maina: dal primo gennaio che fine faranno? «Gli uffici tecnici comunali mi stanno dicendo che non si possono trasferire così delle persone- è il sindaco di Asti, Maurizio Rasero che interviene – vedremo se riusciremo a comprare un caldaia ed a interessare l’attuale fornitore dei pasti del Comune, la Vivenda, per capire se può subentrare alla Camst, dal primo gennaio». Una soluzione “toppa”, non per risolvere la situazione ma per dare tempo a tutti di trovare un’altra sistemazione.
Paolo Viarengo