Ogni anno nel mondo viene sprecato l’incredibile quantitativo di quasi un miliardo di tonnellate di cibo, quasi il 20% di tutto quello prodotto con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza sanitaria.
“Oggi grazie al lavoro dei contadini, alla vendita di prodotti a km zero e alla filiera corta, è possibile affrontare questa “piaga” chiamata spreco” sottolineano il presidente Coldiretti Asti Marco Reggio e il direttore Diego Furia. “Dal punto di vista etico oltre che economico Campagna Amica è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori e lo strumento dei mercati a km zero e a filiera corta permette il contenimento degli sprechi con la grande rete di fattorie, agriturismi e mercati di Campagna Amica che riduce le distanze e i tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti”.
Nella Giornata Mondiale contro lo spreco alimentare, il 5 febbraio dalle 10.00 alle 12.00 al Mercato Contadino di Campagna Amica Asti in Corso Alessandria 271 sarà allestita un’esposizione di piatti antispreco, e saranno omaggiate a tutti i clienti le ricette della tradizione realizzate dagli agriturismi di Terranostra – Campagna Amica Asti.
Nelle case italiane si gettano mediamente ogni anno circa 67 kg di cibo all’anno per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate, ma la sensibilità su questo tema sta aumentando, tant’è che gli italiani adottano già soluzioni multiple e diversificate per contenere lo spreco di cibo.
Il fenomeno determina anche effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.
La strategia più diffusa per combattere lo spreco alimentare è quella di acquistare solo quello che serve, ma anche di riscoprire l’antica tradizione contadina di usare quello che avanza per il pasto successivo, ma c’è anche chi sceglie di donare in beneficenza i prodotti alimentari non consumati.