causati dalle gelate di questi giorni”
I tecnici di Coldiretti Asti sono al lavoro per valutare i danni e gli interventi agronomici da effettuare in seguito al repentino abbassamento delle temperature verificatosi in questi giorni. Lesegnalazioni sono state raccolte un po’ su tutta la provincia, con gelate più o meno consistenti e temperature scese abbondantemente sotto lo zero, in molti casi dai meno 3 ai meno 5 gradi, fortunatamente più raramente fra i meno 7 e i meno 9.
«Oltre alle basse temperature – rileva il vicedirettore di Coldiretti Asti, Luigi Franco – sicuramente sotto alla media, il fenomeno dei danneggiamenti da gelate oltre alla rigidità del tempo è ascrivibile al precoce andamento della campagna agricola. Purtroppo, in alcuni areali, un germogliamento anticipato dalle alte temperature registrate in queste ultime settimane, ha esposto le colture all’inevitabile stress per le gelate».
La frutta, come pere, mele, albicocche, pesche e ciliegie, sono state le colture maggiormente esposte e su cui si temono maggiori danni, per il nocciolo in diverse situazioni è già evidente il danno elevato sulla vegetazione, per il vigneto si evidenziano problemi alle barbatelle su impianti realizzati recentemente. «In questi casi di danneggiamento da freddo su piante arboree e arbustive – rileva il responsabile del servizio di assistenza tecnica di Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo – si può meglio rilevare l’entità definitiva sulle varie colture soltanto con il passare dei giorni, osservando l’intensità e la diffusione degli imbrunimenti su foglioline, germogli e fiori, più avanti si potranno valutare le conseguenze sulla fruttificazione. In ogni caso sono già da mettere in preventivo imaggiori costi per gli orticoltori, per il riscaldamento delle serre e il rafforzamento delle protezioni. Sotto ai tunnel non riscaldati sono a rischio le colture a frutto, mentre non dovrebbero aver subito danneggiamenti quelle a foglia. Per gli ortaggi presenti fuori serra invece, se non si è provveduto in qualche modo alla loro preventiva protezione, negli appezzamenti più esposti alle correnti fredde il danno arriva al 100% dei prodotti».
«Fra i rilievi effettuatati – sottolinea ancora Luigi Franco – risultano maggiormente esposte le colture ubicate a metà collina. In linea generale, ad altitudini sopra ai duecento metri, le temperature sono risultate più miti, mentre alle basse altitudini le piante non erano ancora germogliate. Trovandoci ancora ad inizio stagione, scongiurando altri abbassamenti improvvisi delle temperature, speriamo in un parziale ricupero dei raccolti con l’entrata in funzione delle gemme dormienti».
«I nostri tecnici – rassicura il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – restano in stato di allerta e proseguono nei sopralluoghi, pronti ad accogliere ogni necessità dei produttori da un lato e nel rilevamento delle casistiche dall’altro, anche in prospettiva di un eventuale attivazione di interventi di soccorso».
«La nostra impressione – conclude il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – è che questo sia anche l’esito dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Proprio a fronte di questa situazione, chiediamo alla Regione di attivare lo stato di calamità naturale».