Focus Brachetto, nei giorni scorsi ad Acqui Terme, per rilanciare l’attenzione su un antico vitigno autoctono dalle grandi potenzialità. All’incontro, organizzato da Coldiretti Alessandria, hanno partecipato anche il vice Presidente Coldiretti Asti, nonché produttore, Gianfranco Torelli e il Direttore Giovanni Rosso.
Complessivamente, la produzione di Brachetto registra un trend in crescita: 31.325 ettolitri nel 2023, 27.009 nel 2022 e 27.329 nel 2021. Diminuisce, invece, il vino imbottigliato: 2.238.051 bottiglie 0,75 cl. nel 2023, 2.703.036 nel 2022 e 2.967.261 nel 2021. A ridursi, però, anche le giacenze, passate da 22.704 ettolitri nel 2021, a 28.925 nel 2022 e a 28.133 nel 2023 (dati Valoritalia). Alti, ma non ambiziosi, i potenziali stimati su 8milioni di bottiglie/anno.
Il divario tra produzione e imbottigliato deriva dalla tendenza a declassare a mosto rosso aromatico le uve eccedenti la resa (precedentemente fissata a 36 quintali/ettaro), per poi finire in bottiglie di Mosto Parzialmente Fermentato senza Do, piuttosto che per produrre spumanti artificiali. Ora, la resa è nuovamente di 80 quintali/ettaro, quindi, si auspica un’inversione di tendenza. Di norma, poi, le uve conferite alle cantine sociali, solo in minima parte, dopo la vinificazione, vengono immesse sul mercato imbottigliate.
“Riteniamo sia oltremodo necessario richiamare l’attenzione su una delle produzioni storiche del nostro territorio, generando rinnovati impulsi in un’ottica di tutela, valorizzazione e promozione che, nel loro complesso, ricomprendano un doveroso riguardo alla redditività delle imprese” ha sottolineato il vigneron bubbiese Torelli. “Occorre ripensare la programmazione delle rese, evitando di incappare in speculazioni, che andrebbero a compromettere definitivamente il reddito di molte aziende. Un imbottigliato di 8milioni di bottiglie/anno rappresenta un potenziale perseguibile, ma occorre bloccare i surrogati, ovvero, gli spumanti artificiali e le bevande aromatizzate a base di mosto, acqua, zucchero, aromi e Co2”.
“L’incremento dell’imbottigliato non può prescindere da un’azione di coraggio da parte dei produttori” ha proseguito il Direttore Rosso, “per poter riposizionare il Brachetto sul mercato, nelle sue diverse tipologie. Come Coldiretti, poi, proseguiremo nella lotta per contrastare il falso made in Italy, sollecitando i produttori a migliorare l’immagine delle zone vocate a Docg. Una battaglia dura, ma fondamentale. Una scommessa da non perdere per la bollicina dolce, aromatica e rossa”.