La Casa dell’Agricoltore, sede interzonale di Cia Asti a Castelnuovo Calcea, è rinata grazie all’impegno dei dipendenti ed al fondamentale contributo economico delle sedi Cia italiane e dei loro soci. Il 21 settembre il presidente nazionale Cristiano Fini, accompagnato dal direttore Maurizio Scaccia e dal presidente regionale Gabriele Carenini, ha visitato la struttura rimessa a nuovo dopo la tempesta del 4 luglio: pioggia e vento a 90 chilometri all’ora avevano scoperchiato una parte del tetto causando gravi infiltrazioni nel soffitto e rottura di vetri. Fortunatamente illeso tutto il personale che era al lavoro negli uffici.
<Grazie all’impegno straordinario dei colleghi l’attività non si è mai interrotta – hanno sottolineato il presidente Marco Capra e il direttore Marco Pippione – in pochissime ore sono stato riallestiti gli spazi in modo da poter garantire ai soci l’assistenza puntale di sempre>. Dalla Sicilia al Veneto al Piemonte sono arrivate decine donazioni che hanno consentito all’organizzazione di realizzare in tempi brevissimi gli ingenti lavori di ripristino del tetto.
<Il prossimo passo – hanno annunciato i vertici provinciali – sarà coprire il tetto con pannelli fotovoltaici per abbattere costi energetici e per contribuire alla transizione green che coinvolge tutto il sistema Paese>.
Il presidente Fini e il direttore Scaccia, alla loro prima visita nell’Astigiano, si sono complimentati con tutto lo staff provinciale della Cia per la forza di volontà, la tenacia e la determinazione con cui è stata affrontata e superata la fase di emergenza. Non è venuto meno il supporto delle istituzioni, in particolare del Sindaco di Castelnuovo Calcea, Roberto Guastello (presente al taglio del nastro) ringraziato dal presidente Capra <per aver consentito la prosecuzione delle attività e l’immediato ripristino dei danni>.
Cristiano Fini si è quindi soffermato sul difficile contesto economico e sulle prossime sfide che attendono il nuovo Governo. <Tempo scaduto! È lo slogan che ripetiamo da mesi a politica e istituzioni – ha dichiarato il presidente nazionale di Cia – Il Decreto Aiuti ter, sebbene abbia accolto alcune delle nostre più importanti richieste, non basterà. Le imprese agricole sono allo stremo, strette tra i rincari record di materie prime ed energia, dal +170% dei fertilizzanti al +130% del gasolio, gli effetti della lunga siccità che ha tagliato le produzioni per oltre 3 miliardi, l’inflazione galoppante. In queste condizioni, abbiamo assolutamente bisogno di stabilità e di un governo operativo che attui nuove misure di sostegno al comparto>.
L’agricoltura è il settore più esposto alle crisi, da quelle climatiche a quelle di mercato <eppure se ne sente parlare troppo poco – accusa Fini – quello che fa più arrabbiare è che sembra scontato aumentare i prezzi dei prodotti a causa dei rincari per qualsiasi tipo di attività; invece, l’agricoltura, stranamente, deve cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni>. Senza interventi ulteriori, però, <le imprese saranno costrette ad adeguare i prezzi per non chiudere, con conseguenze immediate sulla spesa alimentare dei consumatori>. Ecco perché, conclude il presidente di Cia è urgente <un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy, prendendo esempio dal decalogo predisposto dall’organizzazione per le forze politiche in campo>.
Le 10 priorità di Cia per il Nuovo Governo
EMERGENZA ENERGETICA:
1. Credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023. Incentivi fiscali per sostenere l’acquisto di altri fattori produttivi (mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine);
2. Autorizzare in sede Ue le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.
EMERGENZA IDRICA:
3. Esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in stato di emergenza per la siccità;
4. Ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile. Progetto infrastrutturale di piccoli invasi/laghetti attuabile con tempistiche certe e procedure semplificate.
EMERGENZA CINGHIALI:
5. Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per riformare la legge 157/1992;
6. Superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole.
EMERGENZA MANODOPERA:
7. Semplificazione e maggiore flessibilità degli strumenti per il reperimento della manodopera agricola, anche attraverso l’innovazione digitale.
PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA:
8. Portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate. Facilitare le procedure per l’attuazione del Piano.
ORIZZONTE EUROPA:
9. Contrastare i sistemi di etichettatura come il Nutriscore, che penalizzano il Made in Italy. Tutelare le eccellenze agricole italiane di fronte a ingiustificati rischi per la salute umana e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
10. Promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l’agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole. Impegno sui dossier strategici, dalla revisione del sistema Dop-Igp alla visione di lungo termine per le aree rurali; dalla Strategia Farm to Fork a quella della Biodiversità.
Accanto a queste dieci proposte, Cia insiste sul proprio cavallo di battaglia dello sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana. Una valorizzazione che passa per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agroenergetiche locali. Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche, evitando il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese.