Si è tenuta ieri pomeriggio, presieduta dal Prefetto di Asti Claudio Ventrice, una riunione finalizzata a fare il punto sulla situazione relativa alla presenza di cinghiali sul territorio, dopo la sollecitazione della locale Coldiretti, che aveva richiesto l’attivazione di un tavolo provinciale per dare voce agli associati, che da tempo lamentano di essere gravemente danneggiati dalla proliferazione incontrollata di tale specie.
Oltre al Presidente ed al Direttore della Coldiretti di Asti, all’incontro hanno partecipato, in videocollegamento, il Commissario straordinario alla Peste Suina Africana Giovanni Filippini e l’Assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni. Presenti inoltre i rappresentanti territoriali della struttura commissariale, del Settore di prevenzione e del Presidio Profilassi e Polizia Veterinaria della Regione Piemonte, il Consigliere Delegato alla Caccia e il Dirigente del Servizio Caccia e Vigilanza Faunistico Ambientale dell’Amministrazione provinciale e i rappresentanti dei Comuni di Asti, Canelli, Castell’Alfero, Castello d’Annone, Isola d’Asti, Moncalvo, Nizza Monferrato e San Damiano d’Asti, in qualità di responsabili dei Centri Operativi Misti interessati dall’area individuata per il Controllo dell’Espansione Virale.
L’incontro è stato introdotto dal Prefetto, che ha evidenziato di aver voluto promuovere il Tavolo per addivenire ad una disamina congiunta ed una positiva risoluzione della problematica rappresentata dai vertici della Coldiretti, i quali hanno rappresentato che le restrizioni imposte a seguito dell’istituzione dell’area di Controllo dell’Espansione Virale (CEV) – che nel territorio astigiano comprende attualmente 27 Comuni – hanno impedito interventi di contenimento adeguati, determinando un considerevole aumento della popolazione di cinghiali.
Nell’occasione, il Prefetto ha sottolineato che tale questione assume particolare rilievo attesa la vocazione spiccatamente agricola del territorio, i cui prodotti costituiscono un’eccellenza in ambito nazionale ed internazionale. Nel ricordare come l’astigiano vanti la presenza di importantissime aziende della filiera agroalimentare conosciute in tutto il mondo, ha poi rimarcato l’importanza di tutelare al meglio questo territorio, che è stato riconosciuto quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Oltre al tema degli ingenti danni economici patiti dagli agricoltori, il Prefetto ha quindi posto in risalto come la proliferazione dei cinghiali, nella misura in cui determina un incremento dell’incidentalità e dei connessi risvolti in materia di sicurezza stradale, presenti anche indubbi profili di ordine pubblico. In proposito, ha condiviso la preoccupazione circa la registrazione di un significativo aumento dei sinistri, riconducibili ad animali vaganti, segnalati dalle Forze di Polizia.
Per tali motivi, è stato richiesto al Commissario straordinario Filippini di valutare l’estensione della possibilità di intervento a tutti gli Operatori Faunistici Specializzati abilitati e autorizzati, anche provenienti da diversi contesti territoriali, accordando le deroghe previste dall’ordinanza n. 5/2024, adottata dallo stesso Commissario lo scorso ottobre, che individua precise misure di eradicazione e sorveglianza della malattia, coinvolgendo Regioni e autorità locali.
Il Commissario Filippini ha quindi ripercorso i passi effettuati dal suo insediamento ed illustrato la strategia generale finalizzata al confinamento del virus, fondata soprattutto sul barrieramento fisico e sull’istituzione di zone di controllo dell’espansione virale, in cui concentrare l’attività di sorveglianza sanitaria ed effettuare una gestione del depopolamento specifico e mirato, sulla base delle particolari caratteristiche delle aree interessate dalla presenza del virus.
Nell’evidenziare l’assoluta necessità che tali deroghe possano essere contemplate solo laddove vi siano delle adeguate condizioni di carattere sanitario ed epidemiologico, il dr. Filippini ha quindi sottolineato l’importanza di curare attentamente, nelle zone soggette a restrizione, l’attività di sorveglianza e monitoraggio, i cui relativi esiti, dai quali emerga l’assenza del virus, risultano imprescindibili ai fini della concessione delle deroghe per l’espletamento di attività di depopolamento, che potranno essere rilasciate unicamente alle unità di gestione di caccia delle aree in cui sia stata accertata, con un grado di probabilità statistica inferiore allo 0,95%, l’assenza di virus.
Da un’analisi dei dati a disposizione, il Commissario Filippini ha riferito che risulterebbero allo stato già presenti, nell’astigiano, alcune aree in cui tali deroghe potrebbero essere accordate e annunciato che a fine mese sarà licenziato un nuovo piano strategico per il contenimento della malattia, che sarà aggiornato sulla base dell’andamento epidemiologico.
Al fine di assicurare un puntuale monitoraggio e garantire la più stretta sorveglianza sanitaria, il Commissario ad acta regionale ha preannunciato l’attivazione, a partire dal prossimo 17 marzo, di cani molecolari per effettuare un’attività di ricerca attiva delle carcasse ed acquisire dati epidemiologici aggiornati ed utili ad una prognosi favorevole alla concessione delle citate deroghe da parte della competente struttura commissariale.
I rappresentanti della Provincia, dopo aver illustrato i dati relativi all’abbattimento dei cinghiali negli ultimi anni, hanno inoltre riferito che l’Amministrazione provinciale, al fine di salvaguardare le coltivazioni agricole e ridurre i danni derivanti dalla popolazione dei cinghiali, ha già nella giornata di ieri formalizzato una richiesta di superamento delle zone CEV o, comunque, di una riduzione della loro estensione, che attualmente interessa una porzione pari al 32% del territorio provinciale.
Sulla base dei dati acquisiti e delle valutazioni fornite, gli intervenuti hanno espresso piena soddisfazione per l’esito dell’incontro, che fa immaginare la possibilità che possano essere presto autorizzati, nell’astigiano, mirati interventi di depopolamento della specie cinghiale, nel rigoroso rispetto delle cautele necessarie ad assicurare il contenimento del virus.