Sabato 12 aprile, il Salone del Mercato di Montegrosso d’Asti si trasformerà in un crocevia di sapori, racconti e identità. Va in scena la prima edizione di “Un vino, un territorio”, un evento voluto dall’Associazione Produttori Colli Astiani per dare voce e visibilità a una sottozona che sa il fatto suo: la Barbera d’Asti DOCG Superiore Colli Astiani.

Un nome lungo, sì, ma che raccoglie una mappa ricchissima: Mongardino, Vigliano, Montegrosso, Montaldo Scarampi, Rocca d’Arazzo, Azzano, Isola e le frazioni astigiane di San Marzanotto e Montemarzo. Un mosaico di colline, vigne e storie che parlano la lingua del vino buono e del lavoro fatto bene.

«Le nostre iniziative si fanno voce di un territorio che ha saputo costruire un modello di eccellenza riconosciuto nel mondo», spiega il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Vitaliano Maccario. «Rappresentiamo tredici denominazioni e abbiamo un compito: custodire un patrimonio e accompagnarlo nel futuro, tra sostenibilità, qualità e autenticità».

Il programma della giornata è pensato per coinvolgere: conferenza stampa, degustazioni libere ai banchi d’assaggio, una masterclass guidata su prenotazione e una cena tipica tutta piemontese. Un’occasione perfetta per scoprire – e riscoprire – i volti, i profumi e l’anima dei Colli Astiani.

E non è finita qui.

Dal 20 aprile, per un mese intero, torna “Albarossa in Tavola”, il format che porta il vitigno Albarossa nei piatti e nei calici di una quarantina di ristoranti tra Torino e il Monferrato. Ogni ristoratore proporrà un piatto pensato ad hoc per esaltare l’eleganza e la complessità di questo vitigno poco noto ma tutto da scoprire, nato nel 1938 dall’intuizione di Giovanni Dalmasso, che incrociò Barbera e Nebbiolo di Dronero.

«Vogliamo raccontare l’Albarossa come simbolo dell’identità piemontese», aggiunge Maccario. «E lo facciamo con chi ogni giorno porta in tavola il gusto e la cultura del nostro territorio».

Nei ristoranti aderenti sarà anche disponibile materiale informativo per chi vuole saperne di più su questo vitigno “gentiluomo” che sta conquistando anche il pubblico internazionale.

Due eventi, un unico obiettivo: portare il vino là dove nasce e là dove vive, sulla tavola, tra la gente. Perché il vino non è mai solo vino: è terra, mani, visioni. È incontro. È futuro.