Il clima pazzo sconvolge la natura con l’addio ad un vaso di miele Made in Italy su quattro per il crollo di circa il 25% della produzione nazionale in un 2021 segnato in media da quasi due eventi estremi al giorno tra incendi, siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita delle api. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati della banca dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
L’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera ed un’estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali hanno distrutto le fioriture e creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare.
Il risultato è un raccolto di miele che quest’anno sarà probabilmente ben al di sotto dei 15 milioni di chili, tra i più bassi degli ultimi decenni. In altre parole circa la metà del miele venduto in Italia quest’anno viene dall’estero.
“Un segnale di difficoltà per le api nostrane che – sottolinea Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti – sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori”. “Tre colture alimentari su quattro – precisa Diego Furia Direttore Coldiretti Asti – dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao. Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della Terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia il Direttore Furia – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica”. In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele in Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo.
“Con la conversione in legge del D.L. 25 maggio 2021 n 73 art 71, cosiddetto “Sostegni bis”, sono stati ottenuti per il settore apistico – riferisce Furia – cinque milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021”.
“Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti – concludono Reggio e Furia – rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali”.