Via libera al presidio ospedaliero della Valle Belbo. Ad annunciarlo oggi il sindaco di Nizza e presidente della Conferenza dei sindaci Flavio Pesce, quello di Asti e presidente della rappresentanza dei sindaci Fabrizio Brignolo e il direttore generale dell’Asl AT Ida Grossi. Viene definito nella sostanza il futuro del presidio che andrà, nel tempo, a sostituire l’ormai vetusto e storico ospedale di Nizza. Accanto al presidio Valle Belbo nascerà una rete di servizi territoriali che dovranno integrarsi con la nuova offerta dei servizi sanitari nella nuova rete integrata e sinergica ospedale-territorio. La rete dei servizi territoriali si svolge nelle forme di: Domiciliare, Ambulatoriale, Residenziale ed Emergenza-urgenza. Domiciliare: ove vengono erogate tutte le cure domiciliari. Ambulatoriale: nel modello dell’Asl AT sono distribuite in tre diverse tipologie di sedi a diversa capillarità. Le unità territoriali (con bacino da 6000 a 20.000 ab): nel Distretto Sud sono 6, ove vengono erogati i seguenti servizi: – Servizi amministrativi di prenotazione – Ambulatori infermieristici – Prelievi – Controlli programmati diabetologici – Alcuni servizi variabili in funzione delle specificità locali Le case della salute: nel Distretto Sud sono 2 (Nizza e Canelli) ove si erogano, oltre ai servizi delle Unità territoriali, i seguenti servizi aggiuntivi: – Medici di famiglia organizzati in “medicina di gruppo” con apertura diurna continuativa (secondo il modello prima dei gruppi di Cure primarie ora dei CAP) – Continuità assistenziale (ex guardia medica) – Consultori pediatrici e ginecologici – Vaccinazioni – Cure palliative – Alcuni servizi variabili in funzione delle specificità locali I servizi specialistici ambulatoriali erogati in varie sedi con una allocazione un po’ casuale in funzione delle opportunità che storicamente il territorio aveva reso possibile. – Radiologia e Screening mammografico (presso attuale ospedale Nizza) – Specialisti ambulatoriali varie discipline (soprattutto, ma non solo, presso attuale ospedale Nizza e quindi da ricollocare) – Sert (sede non idonea in locazione) – NPI (presso la casa della salute) – Psichiatria (sede non idonea in locazione) – Servizi della Prevenzione (presso la casa della salute) – Dialisi (sede in locazione) – Servizio Rrf ambulatoriale (sede in locazione) Residenziale: Sul territorio della Asl di Asti esiste una ricca realtà di strutture residenziali (nessuna a gestione diretta ASL), per cui, ad eccezione della totale assenza di Hospice, non si rilevano particolari carenze. Discorso a parte meritano le strutture ed i posti letto per la continuità assistenziale a valenza sanitaria (c.d. CAVS) per i pazienti in dimissione precoce da reparti ospedalieri per acuti, ove attualmente il fabbisogno è garantito con il ricorso a RSA, da strutture aziendali ed eventualmente da ospedali per acuti riconvertiti. Vi è infine da citare l’opportunità derivante dal Regolamento sugli standard ospedalieri ove viene definita una nuova ed interessante forma di struttura residenziale temporanea: l’Ospedale di Comunità. Si tratta di posti letto a gestione diretta da parte dei medici di famiglia. Di tali strutture esistono alcuni esempi in varie regioni Italiane, nessuna presso la nostra ASL. Emergenza-urgenza: sono presenti i seguenti riferimenti: – Le ambulanze di base distribuite sul territorio – Le ambulanze medicalizzate 118: a Nizza presso la sede della Croce Verde h.24 e a Canelli h.12 – Il Punto di Primo Intervento h. 24 presso l’attuale ospedale di Nizza – Il Dea I° livello ad Asti – Il Dea di II° livello dell’AO di Alessandria CARATTERISTICHE STRUTTURALI DEL NUOVO PRESIDIO Il nuovo presidio già a buon punto di realizzazione è impostato e parzialmente realizzato nei suoi vari settori per ospitare quanto previsto nel progetto originario. Allo stato attuale dei lavori risultano immodificabili le seguenti caratteristiche: Seminterrato: ha caratteristiche adatte ai locali di servizio alle attività sanitarie più l’area per il servizio di radiologia. Piano Terra: caratteristiche per servizi sanitari non residenziali ad accesso esterno. L’area prevede una parte centrale adibita ad atrio e 3 grandi aree periferiche separate fra loro e raccordate dall’atrio comune. Piano Primo: caratteristiche sanitarie per moduli di degenza. 6 maniche separate e raccordate da un’area centrale. Ciascuna area era predisposta per 12/13 posti letto secondo parametri ospedalieri in camere doppie e singole con bagno dedicato. I moduli e le stanze sono compatibili anche con una destinazione sanitaria residenziale territoriale. E’ possibile che in tale nuova destinazione siano da ridurre i posti letto complessivi, per la individuazione di locali aggiuntivi extradegenziali previsti dalle specifiche e differenti normative da valutare a seconda della destinazioni prescelte. Pertanto il numero di posti complessivo ipotizzato per la destinazione ospedaliera pari ad 80 potrebbe a seconda delle scelte rimanere tale o ridursi. IL NUOVO PROGETTO POSSIBILE L’Ospedale di Comunità Rilevato che il modello di cure primarie presenti: domiciliari, unità territoriali, case della salute/CAP oltre che razionale risponde bene ai bisogni della popolazione e garantisce spazi per eventuali sviluppi di tale rete per il prevedibile potenziamento futuro dello stesso. Alla luce delle opportunità derivanti dalla disponibilità di un nuovo presidio, si impone un ripensamento del modello dei servizi specialistici territoriali. In tal senso è possibile ed opportuno concentrare nel nuovo presidio in unica sede baricentrica, i servizi specialistici ad uso dell’intera popolazione distrettuale oltre ad altri servizi di rilevanza aziendale meglio dettagliati in seguito (ad es., hospice, piccola chirurgia ambulatoriale, valutazioni clinico/diagnostiche prericovero, ecc.). Tale soluzione permetterebbe quindi di: – fornire maggiore razionalità alla collocazione dei servizi, – risolvere criticità strutturali di alcune sedi attuali, – garantire economia gestionale e maggiori efficienze rispetto alle sedi parcellizzate ed in locazione, – dare maggiore efficacia agli interventi attraverso una disponibilità ed integrazione maggiore di diverse specialità, – ma soprattutto garantire possibilità di sviluppo e incremento dei servizi territoriali stessi (in alcune sedi già presenti elementi di criticità legati all’eccessiva occupazione in promiscuità, vedi Canelli). Relativamente ai servizi residenziali sarà possibile fornire nuove risposte a bisogni oggi del tutto non soddisfatti ovvero risposte più appropriate a bisogni complessi oggi solo parzialmente garantiti. Infine può essere ivi collocato l’intero polo per la risposta all’urgenza territoriale del Distretto Sud. In estrema sintesi quindi, di seguito, si presenta un’ipotetica destinazione d’uso del presidio che mira ad ottimizzare la risposta per i servizi specialistici e residenziali e di urgenza territoriali. Dopo aver condiviso questa proposta di massima si dovrà successivamente provvedere ad elaborare una proposta particolareggiata che coniughi nel dettaglio i servizi da erogare, gli spazi da destinare con la progettazione edile degli stessi e le risorse effettivamente disponibili. Area di primo intervento La nuova struttura può diventare il polo principale di risposta del distretto riposizionando il Punto di Primo Intervento (P.P.I.) dell’ospedale di Nizza per la bassa complessità con funzioni di ambulatorio ad accesso diretto. Per l’alta complessità rimangono fermi gli attuali riferimenti di Dea di I e II livello. Alla stessa stregua di quanto già realizzato in altre strutture territoriali, può essere previsto in prima battuta un P.P.I. da trasformare successivamente in Ambulatorio di osservazione e terapie gestito dai medici di medicina generale con la collaborazione di personale infermieristico appositamente formato e con competenze specifiche per tutta una serie di problemi di bassa complessità. Per i casi di emergenza/urgenza verrebbe garantita la copertura 24 ore su 24 da parte della rete del 118 con ambulanza medicalizzata. I pazienti che accederebbero all’Ambulatorio di osservazione e terapie verrebbero seguiti da un medico di continuità assistenziale, coadiuvato da un infermiere dedicato ed esperto, che li indirizzerà al loro medico curante o ad un altro medico di famiglia presente nella struttura, al fine di migliorare la risposta assistenziale ed evitare lunghe attese in pronto soccorso Nel nuovo presidio si potrebbero così concentrare il P.P.I. (oggi collocato nell’ospedale di Nizza), l’ambulanza medicalizzata 118 (già collocata presso la sede della Croce Verde di Nizza) e il polo di continuità assistenziale (ex guardia medica); in questo caso riunendo le 2 postazioni di Nizza e Canelli si permetterebbe la doppia presenza medica garantendo sia le visite domiciliari, sia la presenza ambulatoriale continuativa in ampie fasce orarie. La presenza di un medico presso il P.P.I. (medico 118 più medici di Guardia medica più eventualmente medici di famiglia) permetterebbe anche una copertura medica festiva e notturna per i ricoverati dell’area residenziale. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di una elisuperficie che sarà ubicata nell’area esterna di pertinenza al presidio sanitario. Area specialistica e sede distrettuale In tale area troverebbero collocazione tutti i servizi specialistici ambulatoriali distrettuali presenti attualmente (principalmente presso l’ospedale di Nizza ed in minor misura sparsi sul territorio). In particolare oltre a fornire soluzioni ottimali dal punto di vista del rispetto della normativa, della collocazione baricentrica, dell’efficienza e della funzionalità per effetto della copresenza polispecialistica, permetterà uno sviluppo significativo sia in termini di orario di presenza sia di numero di specialità presenti. In particolare sarebbero identificabili le seguenti aree: – Poliambulatorio polispecialistico per visite e diagnostica, – Radiologia con il mantenimento di tutta la diagnostica oggi presente presso ospedale a Nizza (Tac, ecografie, rx tradizionale, mammografia e screening mammografico), – RRF: il trasferimento in questa sede permetterà un significativo sviluppo dei servizi erogati, sviluppo garantito dal personale oggi dedicato ai posti letto di RRF del vecchio ospedale di Nizza. La programmazione regionale infatti prevede una riduzione dei posti letto di post acuzie ospedaliera, il surplus di personale potrà quindi essere dedicato allo sviluppo dei servizi territoriali. La collocazione all’interno del nuovo presidio fornisce anche un’opportunità ulteriore rispetto alla destinazione residenziale del I° piano della struttura), – Dialisi ad assistenza limitata; – Centro di salute mentale ed centro diurno, – Servizi di front office per il cittadino, – Attività di coordinamento della struttura, nell’ambito delle funzioni della Direzione distrettuale. Area residenziale territoriale Alla luce delle possibilità esposte e delle necessità che ne derivano pare ipotizzabile prevedere le seguenti caratteristiche: Hospice. Tale struttura totalmente assente sul territorio provinciale (vera anomalia nel panorama Regionale) oggi obbliga i pazienti negli ultimi giorni vita e i loro cari a spostamenti fuori provincia (Torino o Alessandria), con evidenti disagi, oppure alla permanenza in ospedale. Entrambe le soluzioni non rispondono in modo soddisfacente ad un bisogno specifico e pressante. L’attuale programma di sviluppo di cure palliative domiciliari che l’Asl ha attivato proprio a partire dal Distretto Asti Sud, rende ancor più attuale il problema. Con lo sviluppo del servizio, infatti aumenterà anche la domanda di ricovero in hospice, rendendo ancora più evidente l’esigenza di garantire sul nostro territorio questo snodo della rete aziendale di cure palliative. Infine concentrando presso la nuova struttura l’hospice ed il servizio di cure palliative per il Distretto Asti Sud, si garantirà un ulteriore potenziamento del servizio territoriale. Continuità assistenziale. L’esigenza di garantire ai cittadini in dimissione precoce dai reparti ospedalieri per acuti, un periodo di ricovero residenziale (cure intermedie) prima del rientro al domicilio o prima dell’inserimento definitivo in una struttura per non autosufficienti è in costante aumento. Ciò a causa della progressiva riduzione dei posti letto ospedalieri e delle esigenze di efficienza dei presidi ospedalieri. L’attuale programmazione aziendale valutava questa esigenza in complessivi 80 posti letto complessivi (di questi era ipotizzato che 20 dovessero essere individuati in unica sede con caratteristiche spiccatamente riabilitative per i pazienti ortopedici, mentre gli altri 60 distribuiti nei 3 distretti in base alla popolazione di riferimento. Presso il nuovo presidio quindi potrebbero individuarsi i posti letto per il Distretto Asti Sud a cui aggiungere i posti per le dimissioni ospedaliere ortopediche, vista la presenza di un forte servizio di Rrf. In totale quindi potrebbero essere previsti 40 posti letto di continuità assistenziale di cui 20 con caratteristiche spiccatamente riabilitative per pazienti in dimissione ortopedica. Ospedale di comunità. Di tale struttura, prevista dal regolamento sugli standard ospedalieri, non esistono realtà sul nostro territorio. Alcune sperimentazioni sono in corso in altre regioni con caratteristiche organizzative differenti, in qualche caso con il coinvolgimento clinico gestionale dei Medici di medicina generale e forte presenza di tipo infermieristico in altri casi secondo la formula di gestione infermieristica e assistenza medica assicurata sia da un medico Asl con funzioni di coordinamento che dai Medici di medicina generale. Indubbiamente l’evoluzione contrattuale verso le nuove forme di assistenza primaria quali le Aft e le Uccp potranno meglio definire le potenzialità di tale modello organizzativo ed il ruolo che i Medici di medicina generale potranno svolgere in tal senso. In una prima fase di transizione l’organizzazione a forte gestione infermieristica con presenza di personale Medico Asl appare la più praticabile. Tempi: gennaio richiesta appalto. La struttura dovrebbe essere terminata fine 2018. Costi: il presidio costerà complessivamente 43.517.366,43 euro di cui 15.017.366,43 già utilizzati. Restando da finanziare di circa 28 milioni di euro in parte 10 milioni dalla Regione gli altri 18 costruzione in concessione altri fondi tra cui anche la vendita del vecchio immobile dell’ospedale di Nizza. “Da una struttura del ‘600 all’ospedale nuovo – commenta Flavo Pesce -. Una vicenda iniziata molti anni fa prima ancora della realizzazione del nuovo ospedale di Asti. Dopo innumerevoli vicissitudini siamo arrivati alla recente decisione di dare l’avvio al presidio della Valle Belbo. Oggi, grazie all’impegno di tette le parti, ci sono le condizioni reali per dare attuazione alle linee previste dalla delibera della Direzione generale. Il presidio con i servizi territoriali, peraltro già molto efficaci, consentiranno la risposta alla domanda di salute dei cittadini di questa vasta parte dell’astigiano”. “Si può parlare di risultato molto importante – afferma Fabrizio Brignolo -. Soddisfazione per il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio. Abbiamo dimostrato che quando ci si muove in squadra i risultati si ottengono. Questo può essere un insegnamento per i prossimi obiettivi sempre nel mantenimento degli equilibri della Provincia. Sicuramente è cambiato il clima. Siamo passati da una situazione in cui avevamo in predicato l’accorpamento con Alessandria a quello che è il risultato odierno. Si tratta di una inversione di tendenza di grande significato”. “Ringrazio i sindaci di tutto il territorio per il modo costruttivo oltrechè stimolante che ci ha consentito di portare avanti tutti i discorsi aperti, sia sul versante ospedaliero, sia quello territoriale – ha detto Ida Grossi -. Abbiamo anche ottenuto significativi stimoli organizzativi. Stiamo cercando di accelerare i tempi su alcuni obiettivi. Da poco abbiamo ridefinito e approvato l’atto aziendale, sono stati nominati nuovi primari, è stato ricostituito il collegio di direzione e, solo ieri sera, sono stati approvati i Piani territoriali. Accanto a questo abbiamo redatto e pubblicato il Bilancio sociale 2014”.