Sessanta bambini della primaria Ferraris hanno scoperto i “protagonisti oscuri” della Grande Guerra: gli animali. “Eroi silenziosi” li ha definiti Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt, relatrice all’incontro formativo, insieme a Cesare Ivaldi, presidente dell’Associazione “Asini si nasce… e io lo nakkui”, ospitato nella sala consiliare della Provincia. L’iniziativa, intitolata “In sella alla Storia, nuovi e vecchi impieghi di amici a quattro zampe”, ha coinvolto la 3A, 3B e 3C, a cui la consigliera provinciale Barbara Baino (Cultura, Istruzione) ha ricordato: “Gli animali hanno collaborato con le loro vite alla guerra”. In numeri: 11 milioni tra asini, cavalli e muli impiegati, 100 mila cani, 200 mila colombi. Tutti con un ruolo preciso: i piccioni a portare messaggi preziosi, i cani a trasportare medicinali o pezzi di artiglieria in luoghi pericolosi, cercare persone sotto le macerie, cacciare i topi per salvare i viveri o fare compagnia ai soldati in trincea. Impiegati nel trasporto anche gli equini: “I soldati italiani usavano soprattutto i muli, quelli austriaci gli asini – ha spiegato Cesare Ivaldi – In ogni caso, sempre si stabiliva un rapporto stretto tra l’alpino e l’animale: vivevano fianco a fianco. L’asino, in particolare, veniva utilizzato perché quando percorre un sentiero se lo ricorda per sempre. E poi ha un passo lento, cadenzato: ciò che trasporta non cade a terra”. Sorpresa della giornata per i bambini: la maschera antigas indossata dagli animali e che gli stessi alunni hanno potuto provare. Varie curiosità, a partire dalle fotografie d’epoca: “I soldati – ha ricordato Nicoletta Fasano – descrivevano i carri armati come dinosauri che uscivano dalla terra. In trincea scrivevano a casa per sentirsi meno soli: ben tre miliardi le lettere spedite durante la Grande Guerra, che consideriamo come la prima guerra moderna”. E poi, per i ragazzini, il piacere di accarezzare Mina e Domenico, due asinelli equipaggiati come nel 1914 sotto i portici della Provincia. Al termine foto di rito insieme agli animali, con una riflessione, consegnata ai bambini da Nicoletta Fasano, da approfondire in classe: “La Grande Guerra si chiama così anche per l’enorme numero di vittime che ha causato: 10 milioni di morti e migliaia di feriti. Molti erano giovani, e in qualunque guerra se si perdono i giovani si perde un pezzo del futuro”.