Il tratto Est di corso Alfieri è da lungo tempo colpito da depressione economica. Sono tante le serrande abbassate, le vetrine commerciali spoglie e i locali vuoti nel quartiere in cui in passato c’erano tre pilastri, ospedale, caserma “Colli di Felizzano” e Upim, i cui ritorni economici si riflettevano anche sul resto della città. Si stanno pianificando varie soluzioni per rivitalizzare e rivalorizzare quella zona in agonia, compresa la riqualificazione dell’ex Upim, nonostante la presenza del Polo Universitario di Astiss, il cui recupero deve comunque essere ancora completato. Ne abbiamo parlato con Filippo Cornero, Architetto e contitolare di Gap-Studio di Asti.

L’edificio che ospitò l’ex Upim sarà riqualificato. Porterà una boccata d’ossigeno all’economia della zona?

“Ritengo che il progetto sia valido, ma bisognerebbe capire i tempi e le modalità per realizzare le molteplici destinazioni d’uso, tra cui un ristorante giapponese, palestra, uffici e alloggi. Certo non sarà più quel polo del commercio innovativo astigiano che era negli anni ’70/’80, ma potrebbe comunque assumere un ruolo molto importante dal punto di vista urbano, perché diventerebbe un elemento attrattivo. Di certo porterà una boccata d’ossigeno all’economia della zona, ma è indubbio che tutta la rinascita del quartiere sia legata al futuro del vecchio ospedale e all’effettivo completamento del campus universitario. In parte l’ex caserma è già stata recuperata tra Astiss, la sede della Guardia di Finanza e la Motorizzazione, ma manca ancora la ristrutturazione di alcune palazzine vuote. Il programma di recupero dell’area della Colli Felizzano è omnicomprensivo, prevede il ripristino di tutti i fabbricati esistenti dalla palazzina comando al vecchio Palafreezer, che diventerà una palestra, oltre all’ex palazzina ufficiali, all’angolo tra via Bocca e via Arò. A breve dovrebbero iniziare i lavori di costruzione della foresteria per gli studenti e di altri laboratori e spazi legati all’attività universitaria”.

E il progetto del parcheggio sotto piazzale De André?

“Si tratta di un parcheggio sotterraneo su due piani che ritengo fondamentale. Nel 2006/2007 partecipai alla realizzazione dello studio di fattibilità. Qualsiasi intervento di riqualificazione della zona non può prescindere dall’esistenza di un parcheggio sotterraneo che si rivela indispensabile anche alla luce delle nuove utilizzazioni di piazza Alfieri, contenitore di manifestazioni di richiamo quali Palio, AstiMusica e i mercatini natalizi. La concreta realizzazione di un ‘polo’ per il parcheggio darebbe il via a un effetto domino per il recupero di molte vetrine commerciali vuote della zona. Si potrebbe anche pensare alla pedonalizzazione di quel tratto di corso Alfieri, soluzione interessante anche se porterebbe a scontri e dibattiti iniziali con abitanti, negozianti e con chi in generale dice sempre ‘no’ al cambiamento”. 

L’ex ospedale non è più in vendita e dovrebbe essere riqualificato. Come? 

“L’immobile si snoda tra viale alla Vittoria, via Bottallo e via Prandone. Certamente la parte storica è da rivalorizzare e da riqualificare. Purtroppo l’edificio è appesantito da una serie di zavorre, dalla proprietà regionale che aveva anticipato 20 milioni di euro che servivano per terminare il Massaia alle aste pubbliche cadute nel vuoto. Nonostante il Comune nel tempo abbia adeguato il piano regolatore con volumetrie premiali per chi avesse fatto interventi di ripristino, il divario tra il valore reale e il valore attribuito all’immobile in origine per riuscire a chiudere l’operazione dell’ospedale nuovo ha fatto sì che rimanesse inchiodato per tutto questo tempo. Una buona soluzione sarebbe quella di procedere con la demolizione del monoblocco che si affaccia su viale alla Vittoria. Si potrebbe immaginare, ragionando coi finanziamenti della forestazione urbana, di collegare il parco della Resistenza alla piazza di Santa Maria Nuova con un cordone verde che darebbe un bel respiro alla città. 

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 13 dicembre 2024

Cristiana Luongo