Mentre la prima squadra ha affrontato il Lecco, la compagine che nella scorsa stagione ha vinto il girone A della serie B, portando a casa una sconfitta ma ottenuta a ranghi ridotti e dopo aver combattuto fino alla fine abbiamo incontrato il presidente Orange Piergiorgio Pascolati con il quale abbiamo fatto il punto sulla passata stagione ma anche guardato ai traguardi della prossima.
Presidente qual è la lezione che si è imparata nel mondo dello sport dopo la passata stagione contrassegnata dalla pandemia?
“Lo sport è sacrificio, disciplina, motivo di gioie e delusioni intense, è fatto di regole, di legami tra compagni provenienti da realtà ed oggi anche culture diverse. E’ rispetto, è saper relazionarsi con compagni e avversari, è stimolo a migliorarsi, a cercare di superare i propri limiti. Quando la pandemia ti toglie tutto ciò, e tu ne senti l’assoluta mancanza, allora vuol dire che sei sulla strada giusta e che sei in una società in cui i valori della vita vengono prima dei risultati. Ecco qual è stata la vera lezione: aver avuto il modo di comprendere se lo sport era per noi veramente parte della nostra vita. La risposta è stata affermativa, per cui oggi si riprende con la tale consapevolezza”.
Una stagione quella precedente pur con tutte le difficoltà, tamponi covid ha visto la società destreggiarsi bene arrivando a un soffio dai play off e conquistare una finale nazionale di coppa italia con i giovani.
“Occorre solo fare i complimenti a tutto lo staff tecnico che ha dovuto affrontare e superare tutte le difficoltà derivate dalla pandemia per permettere ai ragazzi di scendere in campo. Ma ciò è figlio di quella volontà di cui abbiamo detto e della voglia dei ragazzi di fare sport. Sulla qualità della rosa devo poi dire che è il frutto del lavoro che la società ha intrapreso con i ragazzi”.
Gli Orange non hanno fatto mai mistero di puntare tantissimo sui giovani quanto paga una filosofia del genere?
“Intanto paga dal punto di vista umano. Si tolgono dalla strada i ragazzi e gli si dà l’opportunità di avere una scuola di vita oltre che sportiva. secondo oggi avere un vivaio è l’unica possibilità per fornire ai ragazzi la possibilità di cimentarsi in campionati di alto livello; i costi per acquistare giocatori già formati ormai non sono rapportabili alle possibilità economiche di gran parte delle società. Inoltre tali investimenti toglierebbero risorse proprio agli investimenti per e sui giovani. Poi ci sono le eccezioni ma si è visto che queste durano il tempo di un battito d’ali”.
Nuova stagione quali gli obiettivi e come fare per raggiungerli?
“Quest’anno abbiamo innestato alla rosa già buona giocatori di qualità: tutti che ci tenevano a giocare per l’Orange. E questo per me è la cosa più importante. Onorati di poter giocare con l’Orange. Qui di la società ha fatto già tutto ciò che poteva senza mai superare i propri limiti. come fare per raggiungere magari una A2? C’è lo diranno i giocatori e l’allenatore”.
Quanto conterà il ritorno del pubblico nei palazzetti?
“Molto. lo sport è di tutti… atleti e spettatori … Il giorno della partita deve essere una festa per tutti”.
Cosa ti aspetti dalla prima squadra e dai giovani?
“Pretendo serietà’ rispetto delle regole, delle gerarchie, dei ruoli. Mi aspetto impegno ed entusiasmo e che si ricordino come era triste non potersi allenare e giocare in piena pandemia… ora che lo possono fare siamo entusiasti. I risultati?… vincere per me, uomo di sport è sempre stato prioritario, voler vincere vuol dire alzare sempre l’asticella; l’importante semmai è perdere sapendo che di più non potevi dare”.