“Mi chiamo Elisa e vorrei star bene ma non riesco”. Elisa Schininà si presenta così ai suoi lettori con il suo libro “Noi, Voci Invisibili” (ed. Le Chateau), che nasce da un’esigenza e, soprattutto, un’urgenza: dare voce alla malattia mentale, quel disturbo invisibile a chi non sa ascoltare. E fa un passo in più: parla al plurale nel titolo, perché raccontando la sua storia, estremamente personale, racconta una condizione di vita che potrebbe riguardare chiunque.
L’obiettivo? Sradicare lo stigma sociale che ancora incombe sulle malattie della mente.
La storia di Elisa e dell’associazione nata in suo ricordo, “La Voce di Elisa Odv” arrivano anche ad Asti, sabato 17 febbraio, alle 17, presso la Biblioteca Astense Giorgio Faletti (via Luigi Goltieri, 3).
In dialogo con Antonia Bassignana e Maurizio Schininà, genitori di Elisa e fondatori dell’associazione, ci sarà Vittoria Dezzani della “Piccola Libreria Indipendente” e l’incontro è in collaborazione con “Un libro per Daniela”, associazione astigiana nata in memoria di Daniela Albertelli, storica libraia di Marchia scomparsa nell’aprile scorso.
A portarci la testimonianza sulle attività dell’associazione e sulla storia di Elisa, Antonia Bassignana.
“Noi Voci Invisibili” è una storia personale, ma dai contorni universali. Elisa infatti scrive il titolo al plurale. Qual era il suo scopo?
“L’obiettivo di Elisa è racchiuso nelle parole che lei stessa scrive nel libro: “Facciamoci conoscere dalla gente, usciamo dal coro, noi con disturbi dell’umore esistiamo, non siamo solo voci invisibili.” Elisa era creativa e molto comunicativa. Si esprimeva attraverso le immagini, la musica e le parole. Quando ha preso consapevolezza della sua malattia e dopo essere venuta in contatto con la realtà dei diversi piani di cura della malattia psichica, ha sentito l’urgenza di parlare di tutto questo. Parlarne sui social prima e scrivere il libro dopo, è stato per lei il modo di dare voce ai tanti ragazzi e persone che soffrono degli stessi disturbi, malattie di cui non si parla e non si vuole sentir parlare. Solo parlandone si potrà uscire dall’isolamento cercando di arrivare alla vera comprensione del problema”.
E quali sono gli obiettivi dell’associazione?
“È un’organizzazione fondata da medici, psicologi, educatori, infermieri e assistenti sociali, con il supporto di genitori e volontari. Le nostre attività sono indirizzate alla prevenzione del disagio psicologico e delle patologie psichiatriche nei giovani. Da un lato proponiamo iniziative di tipo “culturale” che portino a conoscenza e consapevolezza in tema di salute mentale, dall’altro supportiamo e finanziamo parte del lavoro degli specialisti dell’equipe impegnata all’interno del Progetto Giovani”.
“La Voce di Elisa” e “Un libro per Daniela” nascono da storie simili.
“Sono nate entrambe da una perdita, è stata subito sinergia e condivisione per raggiungere obiettivi comuni, creando una positiva collaborazione da cui stanno già nascendo nuovi progetti. Entrambe le associazioni si impegnano nel supporto dei soggetti fragili, in particolare l’associazione di Asti, “Un libro per Daniela” ha creato uno spazio accogliente e sicuro dove chiunque possa trovarsi accolto ed ascoltato”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 16 febbraio 2023