Fausta Garavini, finalista al Premio Bagutta con “Storie di donne”, edizioni Bompiani, Giovanni Cocco, finalista al Premio Campiello con “La caduta” ed. Nutrimenti, Vincenzo Latronico, finalista al Premio Comisso con La cospirazione delle colombe, ed. Bompiani, Lidia Ravera, finalista al Premio Cortina con Piangi pure ed. Bompiani e ieri Letizia Muratori, finalista al Premio Cortina con Come se niente fosse, ed. Adelphi: fino a domenica daremo spazio ogni giorno a una breve intervista a ciascuno degli scrittori in concorso per l’edizione 2013 del Premio Asti d’Appello. A tutti abbiamo fatto le stesse domande. Oggi parliamo con Carola Susani finalista al Premio Rapallo con Eravamo bambini abbastanza, ed. minimum fax Come descriverebbe “Eravamo bambini abbastanza”? “Eravamo bambini abbastanza” è la storia di un gruppo di ragazzini che vengono da nazioni diverse dell’Europa e del viaggio che li porta dall’Ucraina fino a Roma sotto la guida dal loro rapitore, un uomo provato e invasato, violento e affettuoso, il Raptor. Il Raptor è forse un maniaco religioso, di certo uno che vuole vincer facile, ma quello che davvero interessa nel libro è la relazione tra i ragazzi, la loro capacità di ritrovare un sentimento comunitario in condizioni estreme”. Qual è la sua esperienza e quale il suo giudizio sui premi letterari in Italia? “Ci sono bellissime esperienze, premi piccoli e serissimi che cercano di indirizzare i lettori verso libri belli e trascurati. Sarebbe questa, poi, la funzione dei premi letterari: riconoscere il valore letterario, spesso altro rispetto al valore di mercato. Spesso però i premi non si fanno carico di questa funzione e restano preda dei giochi di potere tra i gruppi editoriali”. Cosa pensa degli altri scrittori in concorso e del Premio Asti d’Appello? “Conosco personalmente o per averli letti molti degli autori e delle autrici coinvolti nel premio d’appello. Una bella scelta, che testimonia come, malgrado tutto, i premi letterari, numerosi e diversi l’uno dall’altro, mantengono una capacità selettiva non da poco. Il premio d’appello, lo trovo frutto di un’idea geniale, e divertente, anche. Un’ottima occasione, poi, per continuare a parlare, al di là dei tempi concitati del mercato, di libri importanti”. MN