La straordinaria stagione teatrale dell’Alfieri, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, continua con lo spettacolo più atteso che, ovviamente, ha registrato il “sold-out” da diversi giorni

Giovedì 5 dicembre alle 21, per la sezione Altri Percorsi andrà in scena “L’ultimo giorno di sole” di Giorgio Faletti, con protagonista Chiara Buratti. 

Ne parliamo proprio con lei, a 10 anni dalla scomparsa di Giorgio, che le cucì lo spettacolo addosso ritenendola l’unica interprete possibile. 

Com’è strutturato lo spettacolo? Ci sono delle novità?

“A dieci anni dalla sua prima uscita abbiamo deciso di dare una veste nuova allo spettacolo. A partire dalla produzione fatta da due persone fantastiche, Matteo Brognoli e Tanya Lytvynenko, fondatori di ArteS, Centro di valorizzazione delle Arti e dello Spettacolo in costruzione a Mantova, che hanno fortemente voluto questo progetto e hanno dato nuova vita alla piéce teatrale, naturalmente lavorando assieme a Roberta Bellesini, moglie di Giorgio, che ha portato avanti con cura la sua eredità artistica. In questa nuova versione sarò in scena con tre musicisti: Davide Passarini (basso), Luca Modena (batteria) e Vincenzo Muré (pianoforte e tastiere), che hanno riarrangiato i pezzi, con la regia di Tommaso Massimo Rotella e i nuovi costumi di Alessandra Maregatti. Pensa che Davide Passarini è di Pieve di Cento in provincia di Bologna, il mio paese. Una bella coincidenza”.

Chi è Linda il personaggio che interpreta?

“Linda è un personaggio politico che, prima della fine del mondo, mentre tutti fuggono alla ricerca di un improbabile luogo dove potersi rifugiare, nel chiedersi chi sarà quando tutto sarà finito, non si precipita avanti ma preferisce guardarsi indietro. Racconta a sé stessa e al mondo che scompare ciò che ha visto e chi ha incontrato, le cose che ha vissuto e quelle che ha sognato. E canta per esorcizzare il buio. O per accoglierlo nel modo migliore. Decide di rimanere da sola sulla collina, smette di avere paura ma è sulla strada giusta per accettare quello che accadrà, il suo non è un accettazione passiva, è una donna libera e forte. Resta nel suo paese quando tutti scappano: “Non sono pronta ad affrontare un mondo peggiore, ma neanche ad affrontarne uno migliore””.

Quanto c’è di Linda in Chiara Buratti?

“C’è tanto di me in questo personaggio, il guardarsi dentro per aprirsi al nuovo: Linda per me è un esempio, una lotta da portare avanti, una donna molto malinconica e molto ironica, rispecchia la malinconia e l’ironia di Giorgio Faletti. Linda, che nella vita è un’agente di viaggio, rivela: “ Ho mandato in viaggio tante persone in luoghi esotici mentre avrei dovuto mandarle a quel paese, invece di sorridere ed ossequiarle. A volte si vuole piacere talmente a certa gente che non ci si cura se quella gente ci piace o meno”. Abbiamo sempre bisogno di approvazioni nella vita per cui perdiamo il pensiero critico”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 29 novembre 2024

Massimo Allario