Anche nei momenti più bui, in cui tutto il mondo della cultura è praticamente fermo, teatri e cinema sono chiusi, le biblioteche sono costrette a sopravvivere con i prestiti librari, basta una scintilla e si riesce quasi a vedere una piccola luce in fondo al tunnel.
Una nostra concittadina, Giada Dovico, che ha intrapreso il duro mestiere dell’attore, ha ottenuto un premio importante, un riconoscimento internazionale che potrebbe portare un briciolo di ottimismo a tutto il movimento.
Giada, vincitrice del premio “Vincenzo Crocitti Intenational” come miglior attrice emergente, ricevuta di recente in municipio dal sindaco Maurizio Rasero e dall’assessore Mariangela Cotto che le hanno fatto le congratulazioni a nome di tutta la cittadinaza, ci ha dedicato un po’ del suo tempo per raccontarci la sua storia.
Lei proviene dalla scuola dell’Arcoscenico…
“Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della recitazione frequentando i corsi di teatro tenuti da Sergio Danzi e Ileana Spalla dell’associazione culturale l’Arcoscenico di Asti. Ho dei bei ricordi con loro anche perché mi hanno aiutato a lavorare molto sul mio carattere, perché sono una persona fondamentalmente molto timida. Nel corso poi degli anni ho avuto il piacere di essere diretta proprio da Sergio Danzi nello psico thriller “Le serve” di Jean Genet , dove ho interpretato il ruolo di Chiara, un personaggio apparentemente fragile , ma in realtà molto forte e mai scontato. Questo personaggio mi ha dato molto e nel 2019 ho ricevuto insieme a Manuela Parola il riconoscimento come miglior attrice dal presidente della Fita Piemonte”.
Ci parli dell’ultimo premio che ha ricevuto.
“Sono onorata di aver vinto il premio internazionale “Vincenzo Crocitti” come attrice emergente. Non me l’aspettavo. Q quando me lo hanno comunicato, non ci potevo credere e ne ero entusiasta allo stesso tempo. È un premio molto importante anche per il nome che porta. Vincenzo Crocitti è stato un grande attore, che ci ha lasciati troppo presto, e ringrazio il presidente e autore del premio Francesco Fiumarella per questo riconoscimento che mi darà un’iniezione di fiducia e mi aiuterà nel percorso intrapreso per progredire, per lavorare con entusiasmo e avviare nuovi progetti”.
Per arrivare a questo riconoscimento ha dovuto fare tanta gavetta. Ci racconti un po’ della sua carriera.
“Ho mosso i primi passi con la scuola teatrale dell’Arcoscenico che mi ha fatto capire che avrei voluto fare l’attrice, poi mi sono spostata a Milano frequentando l’Accademia dello spettacolo St Art School. Successivamente ho approfondito poi gli studi con dei Masterclass, l’ultimo nel 2019 a Cinecittà con il grande Carlo Verdone. Spero di poter continuare a fare questo meraviglioso lavoro, fatto di attese, di impegno, ma che mi dà delle emozioni che mi ripagano di tutto. Sicuramente la costanza e lo studio servono per migliorarsi sempre di più”.
Predilige il teatro o il cinema?
“Personalmente non ho una preferenza, nel senso che mi definisco un’attrice poliedrica: mi piace spostarmi dal palcoscenico al set. Ritengo che cinema e teatro siano molto simili e diversi al tempo stesso. Simili perché hai la lavorazione del personaggio nella sua forma più pura e diversi per l’aspetto tecnico e di interpretazione. Mi piace lavorare su copioni che trattano temi sociali e che fanno riflettere”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 22 gennaio 2021
Massimo Allario