La soluzione più plausibile è lo spostamento del Banco Alimentare dall’edificio di corso Palestro, ad Asti. Un’eventualità non imminente ma che sembrerebbe essere la probabilità più certa per risolvere la questione. Tutto è iniziato a fine agosto quando con una raccomandata la Provincia di Asti, in fase di “riassetto” economico, ha comunicato lo sfratto del Banco Alimentare entro 60 giorni. Oggi i toni sembrano smorzati dall’Ente che avrebbe annunciato una deroga sull’ultimatum, asserendo anche di stare studiando soluzioni alternative per sistemare il Banco. Ma Giuseppe Ferrero, direttore della struttura che assiste circa 6200 persone all’anno, di cui 1200 appartenenti alla mensa comunale, sembra non fidarsi troppo delle parole dell’amministrazione. Quali erano gli accordi e come avete ricevuto la notizia dello sfratto e avete avuto contatti o notizie dal presidente Maria Teresa Armosino o da un assessore competente in materia? Il Banco Alimentare è ospitato nella sede di corso Palestro dal 2007, dopo un’intesa con la Provincia che ci ha affidato la struttura in comodato gratuito per 10 anni, contratto rinnovabile con la possibilità di recessione. Non contestiamo quindi lo sfratto in sè ma le modalità con cui ci è stato comunicato. Una semplice raccomandata prima della quale non abbiamo avuto alcuna notizia a riguardo. Il tempo che abbiamo a disposizione è irrisorio. Non riusciremo entro fine ottobre a trovare una nuova sede, senza tenere conto degli investimenti che abbiamo fatto in corso Palestro”. A questo proposito quali sono stati gli investimenti che il Banco Alimentare ha fatto in corso Palestro? Negli anni abbiamo eseguito molte migliorie, spendendo circa 40 mila euro, fra la ristrutturazione dei bagni, l’installazione di una cella frigorifera grande come una stanza e tanto altro. Ma il punto focale sul quale voglio concentrarmi è che l’eventuale sfratto creerebbe dei problemi anche alla nostra più importante attività annuale: la colletta alimentare. A fine novembre, infatti, ci sarà l’atteso appuntamento che in solo giorno, l’anno scorso, ci ha permesso di raccogliere e stoccare nel nostro magazzino 40 tonnellate di alimenti. Nel caso in cui noi non avessimo più una sede saremmo costretti ad inviare il cibo a Torino, non distribuendolo più agli astigiani. Quali sono le vostre mosse future? Per ora vogliamo discutere di ogni aspetto di questa vicenda. Per questo abbiamo organizzato un dibattito pubblico al quale sembra abbiano confermato la loro partecipazione anche Maria Teresa Armosino e l’assessore Andrea Sodano. L’appuntamento è quindi sabato 29 settembre, alle 11, al Centro Culturale San Secondo di via Carducci.