Tra le tante voci che in queste settimane si sono espresse, condannando l’attacco della Russia all’Ucraina, anche quella della scrittrice Julia Kissina, autrice di “Madame la Dostoevskaja – Una storia d’amore e poesia a Mosca”, edito dalla casa editrice astigiana Scritturapura, con la traduzione di Luisa Giannandrea.

Julia Kissina, artista, fotografa, performer e scrittrice, è nata a Kiev nel 1966 e ha studiato cinema e arte a Mosca. Rifugiata politica, nel 1990 è emigrata in Germania e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Ora vive tra Berlino e New York ed è tra gli esponenti più importanti del concettualismo moscovita e dell’avanguardia letteraria russa. E’ conosciuta anche come autrice di raccolte di racconti, romanzi e come curatrice di un’antologia della nuova prosa avant-garde russa. Nei suoi romanzi descrive con debordante umorismo la surreale arbitrarietà della burocrazia sovietica. Nel 2000, in una delle sue performance più famose, ha fatto attraversare il Museo d’Arte Moderna di Francoforte da un gregge di pecore. Le sue opere sono visibili sul sito: https://juliakissina.com/

Come sta vivendo queste settimane di così grande angoscia?

“È difficile riprendersi dallo shock. Ho vissuto in Germania per molti anni, ma la guerra sta arrivando. È ormai in ogni casa europea, si sveglia e si addormenta con noi, è in agguato dietro l’angolo di ogni casa in tutta Europa. Alla fine della giornata, nessuno sa cosa potrebbe venire in testa a Putin, che è ossessionato dalla supremazia russa”.

È in contatto con amici e parenti? Come stanno affrontando la guerra?

“Cerco di chiamare qualcuno in Ucraina ogni giorno, in modo che non impazziscano mentre le bombe piovono dal cielo e l’esercito russo spara ai rifugiati e ai civili. D’altra parte, mi tengo in contatto con i rifugiati. Quelli che sono riusciti a fuggire dall’Ucraina vivono nell’attesa di un epilogo, ma hanno speranza. I rifugiati dalla Russia di Putin sono invece nella disperazione più profonda. E mentre prima molti erano in uno stato di incertezza, ora che lo scenario siriano in Ucraina si sta ripetendo, tutti hanno preso una posizione chiara per un’Ucraina libera”.

Cosa vuol dire per lei vedere attraverso i media queste immagini di distruzione?

“La cosa più strana è che tutto assomiglia molto a un film di Hollywood. Ma non è un film, non è un set e non è una produzione cinematografica. I filmati più spaventoso non vengono mostrato in tv, ma possono essere visti sui canali indipendenti, su Telegram e su Twitter. Per esempio, il canale Nexta… Molti dei video sono girati con i telefoni cellulari. Sono di scarsa qualità”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 18 marzo 2022

Laura Avidano