Il Gal Bma Terra di Tartufi è uno dei 14 gruppi d’azione locale operativi in Piemonte.
Nasce nel febbraio del 1996 per iniziativa di 20 enti sottoscrittori in rappresentanza di 23 comuni del nord astigiano. E’ una realtà che si è sviluppata, e molto, tanto che oggi comprende 96 paesi del Nord astigiano e del Monferrato Casalese, più tre comuni torinesi a sud del Po per un complessivo di 124 soci, di cui 19 privati e 105 pubblici. Dai suoi albori a oggi Mario Sacco, presidente di Fondazione Crasti, Asti Musei e Polo Universitario Astiss, ne è sempre stato il presidente. ed è stato riconfermato in questi giorni. All’unanimità.
Cosa mi può dire di questo Gal e di questa sua riconferma alla presidenza?
“E’ prima di tutto un insieme di persone che si sono unite, in rappresentanza di altre persone, per fare qualcosa per il territorio dove abitano, usufruendo delle competenze, delle volontà e delle creatività di tutti. Persone per le persone e per il territorio. Per questo anche la mia riconferma passa in secondo piano rispetto ai ringraziamenti dovuti agli amministratori uscenti che hanno deciso di non ricandidarsi in questo nuovo consiglio: Andrea Bovero, Claudio Durando, Mario Lupo e Marcello Maggiora”.
Cosa farete?
“Proseguiremo nell’opera già iniziata con il piano quinquennale finanziato nel 2014 dalla comunità europea e ancora in corso e poi ne apriremo un altro. Dei 5 milioni e 970 mila euro iniziali ne abbiamo impegnati 5milioni e 760mila in opere di valorizzazione del territorio e del sociale. Il nostro obbiettivo è rilanciare i nostri paesi in ogni modo e maniera possibile. Evitare che le popolazioni li abbandonino. Renderli vivi. Ma lo sa quanti castelli, pievi, chiese, abbazie, costruzioni di pregio esistono in questo nostro pezzettino di terra? Ma lo sa quante passeggiate a cavallo, a piedi, in bicicletta, quanti percorsi si possono fare nei nostri meravigliosi boschi e sulle nostre meravigliose colline? Viviamo in un pezzetto di terra baciato da Dio: bellissimo e, troppo spesso, dimenticato. Ma ora di meno. Vedo sempre più turisti, accolti della nostra ospitalità antica, gustare i nostri vini. I nostri piatti.
Non abbiamo grandi alberghi ma abbiamo strutture, a volte piccole a volte anche minuscole, che però riescono a dare alle persone la giusta dimensione.
Vedo sempre più gente decidere di rimanere al suo paese per provare a renderlo ancora più bello, se possibile. E cercare di condividere questa bellezza, questa cultura, con chi ancora non la conosce. Vedo sempre più gente innamorarsi di questi posti e anche per questo abbiamo cercato e voluto la creazione di un Gal per il Sud astigiano”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 7 agosto 2020
Paolo Viarengo