Sabato 12 marzo dalle 20 andrà in scena allo Spazio Kor “Trespass_processing an emergingchoreography”, concept di Marta Olivieri.
Il lavoro desidera aprire lo spazio e il tempo alla contemplazione, indagando la moltiplicazione dello sguardo e l’emersione di un corpo, attraverso l’assorbimento e la restituzione. Due interpreti abitano lo spazio, osservando il circostante con l’obiettivo di restituirne una interpretazione. Non è prevista una divisione tra pubblico e performer. Chi osserva può attraversare e modificare lo spazio muovendo il proprio punto di vista, spostando il circostante.
Abbiamo intervistato Marta Olivieri, creatrice della performance
Quanto crede sia importante “reinventare” lo spazio teatrale dopo questi due anni che hanno scosso il settore?
Questa è una domanda complessa. L’essere spettatori e partecipare a una azione irripetibile insieme a chi apre uno spazio sulla scena è una possibilità importante perchè ci permette di spostarci dal nostro punto di vista. Dopo questi due anni la percezione che ho, e quindi con tutti i limiti dell’opinione, è che bisognerebbe utilizzare esattamente questi luoghi per creare il possibile e continuare a rendere più complessa e sfaccettata la nostra visione. Mantenere un movimento sensoriale e percettivo, evitando la stasi e la conseguente polarizzazione. Credo che lo spazio teatrale, come luogo dell’accadere, sia un momento in cui lo spostamento sia possibile perchè si genera un incontro. In questo momento che ci trova inspessiti per cause note, l’incontro e lo spostamento sono nutrimento vitale.
A quali altre artiste e artisti si ispira?
Al momento mi sento di dire che le ispirazioni mi arrivano dalle piccole cose. Trovo inoltre molta fascinazione nel dialogo con i miei colleghi più prossimi che sono preziosi interlocutori e che rendono il pensiero mobile e mutabile. Penso tra i primi a Marta Ciappina, alle colleghe e ai colleghi di Chiasma, a Giuseppe Vincent Giampino. Il dialogo costante con questi interlocutori è un motore prezioso per la materia di ricerca. Il cinema e la letteratura fanno da sottofondo costante. E’ la piccola curiosità multipla il luogo dove mi sento di e stare.
Sta lavorando a una nuova perfomance?
Sto iniziando una nuova ricerca. E’ ancora molto nel pensiero e poco nel corpo quindi non l’ho ancora incontrata veramente. Il lavoro per ora risiede su pagine scritte e si aggira intorno a intuizioni. Esiste un racconto con personaggi, alcune idee di che corpo mi piacerebbe esplorare e un titolo. Poco ancora per poterla presentare.
Manuela Caracciolo