Nicoletta Fasano sarà la nuova direttrice dell’Israt, l’Istituto per la storia della resistenza e nella società contemporanea in provincia di Asti. Dopo trent’anni di attività all’interno dell’istituto, ricoprendo incarichi di altro profilo anche nel contesto della rete regionale degli istituti della Resistenza, Nicoletta Fasano succederà a Mario Renosio dopo 25 anni di direzione e ormai prossimo a maturare i requisiti per andare in pensione. Una scelta che mira a garantire fin da subito una totale operatività, ponendosi in una linea di ideale continuità culturale, scientifica e progettuale.
Nicoletta Fasano, laureata in Lettere con una tesi sulla Storia Medievale e con un diploma da archivista e bibliotecaria, festeggia quest’anno i suoi 30 anni di attività presso l’Israt. In questi decenni si è sempre occupata di ricerche sulla deportazione, sulla storia del nazismo con riferimenti anche all’attualità, senza tralasciare la storia delle donne e l’attività didattica nelle scuole.
Quello dell’Israt è un ambiente che di sicuro conosce molto bene. Come interpreterà questo suo nuovo ruolo al suo interno?
“Non sono ancora entrata nell’ottica e mi fa effetto. Lo vedo come il riconoscimento per il lavoro svolto in questi 30 anni. Ho seguito con timori, paure e grandi soddisfazioni tutto il percorso dell’istituto. Di sicuro la progettualità rimarrà quella, continuando ad avere uno sguardo attento al mondo della scuola, ma non solo. La Storia è uno strumento essenziale per capire l’attualità e sarà mio compito continuare su una strada già intrapresa, solo da proseguire”.
Com’è cambiato l’Israt in questi trent’anni?
“L’Israt è come un ragazzo che in questi anni è cresciuto tantissimo. Abbiamo sempre detto di sì a tutti, anche con grandi fatiche, ma questo ha fatto sì che l’utenza aumentasse costantemente, dando anche a noi l’opportunità di crescere professionalmente. Per questo, non smetterò mai di ringraziare il nostro territorio. Siamo sempre stati aperti alle esigenze e alle proposte, cercando noi stessi di anticiparle. E’ faticoso, studiamo tanto e sempre, ma è questo che dà senso a tutto”.
L’istituto in questi anni è diventato una delle realtà culturali più importanti della città. Quali sfide lo attendono per il futuro?
“Tutte le tematiche della Storia rappresentano una sfida, ma la nostra battaglia continuerà ad essere rivolta contro l’appiattimento degli stereotipi e dei luoghi comuni, questa costante semplificazione che non si addice a una Storia che invece è complessa e articolata. Dobbiamo dare strumenti per capirne la complessità, perché semplificare vuol anche dire mancare di rispetto a tutte quelle donne e a quegli uomini che la Storia l’hanno fatta e anche subìta”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 17 marzo 2023
Laura Avidano