“Astigiani narranti” è il titolo di una raccolta di racconti di 23 autori diversi che ha come filo conduttore la città di Asti.
Si tratta di un’Asti insolita, “magica dove di notte si incontrano fantasmi e i monumenti prendono vita, dove la pioggia aspetta gli amanti, dove negli alberghi arriva la gente più strana, dove i capodanni sono più capodanni che altrove, dove gli amori sono un sogno, dove celebri cantautori passano la loro infanzia. dove i ricordi sono ricordi e non malinconie”, come dichiara l’ideatore, nonché coordinatore e anche autore Paolo Sirotto (Paulin Sirot), presidente dell’associazione “Arte ci pare” che, da sempre, cerca di valorizzare la lingua, le tradizioni e la cultura del nostro Piemonte e di tutto quel mondo di scrittori, attori, cantautori che in questo ambiente ci vivono spesso con grandi sacrifici e poche soddisfazioni.
Il libro uscirà a breve grazie al prezioso lavoro della vulcanica Patrizia Brignolo e della sua CreArTe senza la quale tutto questo non sarebbe mai venuto alla luce.
Paolo Sirotto con la consueta umiltà ma con grande entusiasmo ci parla di questo nuovo progetto a cuore aperto.
Come è nata l’idea di questa raccolta?
“Tutto nasce da un progetto che mi era stato prospettato da un’altra casa editrice non piemontese un paio di anni fa. Per una serie di motivi che sarebbe lungo da raccontare non è poi andato in porto. Tuttavia l’idea di lasciare questa serie di racconti in un cassetto, dopo averci lavorato sopra per quasi un anno, mi dispiaceva molto e allora mi sono rivolto all’amica Patrizia Brignolo (presente peraltro anche lei nell’antologia con due racconti) e grazie a CreArTe, che è la sua associazione, che ha sede proprio ad Asti, è nata “Astigiani Narranti”. Così abbiamo la soddisfazione doppia di giocarcela in casa”.
Come sono stati scelti gli autori?
“Avendo lavorando per vent’anni nel mondo librario piemontese ed essendo militante piemontesista praticamente da tutta la vita, ho la fortuna, il privilegio e l’onore di avere come amici di famiglia moltissimi esponenti della nostra lingua e del nostro panorama artistico-letterario. Quindi ho iniziato rivolgendomi a loro che hanno a loro volta coinvolto le loro conoscenze. Poi però ho contattato anche amici che sono alla loro prima esperienza assoluta come scrittori. E direi che se la sono cavata in maniera egregia. L’intervento, decisivo, di Patrizia, con la sua esplosività ha poi portato altri autori ancora (oltre alle magnifiche fotografie di Fabrizio Fassio, presente anche lui con un racconto, che corredano ogni scritto) che si sono uniti all’avventura e hanno integrato da par loro il tutto”.
Qual è l’intento del libro?
“L’intento del libro è quello di far conoscere Asti in una maniera nuova e originale, facendo scoprire che se si scava sotto l’etichetta che se ne ha di solito (quella cioè di una città un tantino sonnacchiosa e ripiegata su se stessa), in verità si scopre una realtà molto vivace, dove ad esempio di notte si incontrano fantasmi vaganti; i personaggi raffigurati sui monumenti scendono dai loro piedistalli e chiacchierano amabilmente tra di loro; la pioggia serve a nascondere incontri, probabilmente, clandestini; i clienti degli hotel sono più suonati che altrove e persino i capodanni sono un po’ più capodanni che in altre zone magari più rinomate!”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 6 dicembre 2024
Massimo Allario