Dopo la recente tornata elettorale i riflettori sono stati puntati, a ragione, su Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, e sulle dinamiche interne al centrodestra, ma spesso non si é considerato con attenzione cosa accade dall’altro lato della barricata. Per il Partito Democratico, a capo della coalizione sconfitta alle urne, si prospettano cambiamenti strutturali sia in termini di leadership sia in termini di programmi, per ricercare un’identità che sembra essere stata smarrita negli ultimi mesi (sebbene il partito di Letta abbia comunque ottenuto circa il 20% dei voti). Ci siamo confrontati su questi e altri temi con Roberto Vercelli, consigliere comunale del Pd in carica ad Asti e possibile successore del dimissionario Fassone alla guida del partito a livello provinciale.
Ci puó fare il punto della situazione interna al Pd a livello locale e nazionale dopo le elezioni?
“Sicuramente le elezioni politiche non sono state soddisfacenti a livello nazionale, mentre a livello locale abbiamo all’incirca preso gli stessi voti del 2018. Ci aspettavamo comunque qualcosa di più. Abbiamo preso circa il 20% ma non è un dato soddisfacente. Da un punto di vista politico, il centrodestra è il vincitore di queste elezioni grazie soprattutto alla capacità di FdI di convincere gli elettori. Dobbiamo rispettare il risultato delle urne, siamo in una competizione democratica ”.
Che direzione dovrebbe prendere ora il Pd?
“Per il Pd, ma anche per il M5s e Azione, è il momento delle analisi e delle riflessioni. La prossima settimana parteciperò a un’assemblea provinciale allargata per capire quali saranno i prossimi passi. Dobbiamo capire bene cosa vuole rappresentare il partito e dove vuole andare. Stiamo ancora subendo il peso delle scissioni degli ultimi anni e dei troppi cambiamenti di rotta. Non dobbiamo preoccuparci della leadership o di chi diventerà segretario. Si deve aprire una fase di ascolto verso associazioni, sindacati e mondo del volontariato, che spesso non trovano la giusta rappresentanza all’interno del Pd. Spero che questo governo riesca a dare la giusta stabilità al Paese, che ne ha molto bisogno in questo momento. Da parte nostra, siamo pronti a fare un’opposizione costruttiva. Si prospettano mesi difficili per le famiglie monoreddito e per i cittadini più poveri. Il centrodestra ha ora una grande responsabilità”.
In precedenza il suo partito era il più votato tra i giovani, mentre ora sembra avere perso questi primato. Come vede questa situazione?
“Ho letto notizie contrastanti riguardo all’elettorato giovanile. Prima delle elezioni si diceva che il Pd fosse il partito di riferimento degli elettori tra i 18 e i 25 anni, ora invece qualcuno dice che lo sia Calenda e altri pensano che lo sia il partito di Conte. Non saprei fare una valutazione precisa”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 7 ottobre 2022
Christian Rocca