Stefano Accornero ha 24 anni. È di Refrancore ed è l’unico seminarista di Asti. Una vocazione convinta, una scelta arrivata dopo gli anni del Liceo Classico, nell’indecisione tra due diverse facoltà. La cerimonia per il suo accolitato era fissata per il pomeriggio di domenica 20 novembre, ma la notizia della visita di Papa Francesco ha fatto cambiare tutti i programmi. In meglio.
Stefano, cosa è successo la settimana scorsa?
“Appena ho appreso dai giornali la notizia della visita di Papa Francesco, ho subito telefonato al vescovo,
convinto che la cerimonia per il mio accolitato sarebbe saltata e gli ho domandato se avrei potuto occuparmi
del servizio durante la Messa. Monsignor Prastaro mi ha spiazzato, dicendomi che la cerimonia
dell’accolitato era invece stata riprogrammata proprio durante la Messa del Papa”.
Come si sta preparando?
“Sto organizzando un ritiro, un momento al di fuori della routine del quotidiano, per pregare, vivere a pieno
questa gioia e magari poter ascoltare testimonianze credibili di persone innamorate della Chiesa a cui è già
successo di trovarsi a tu per tu con il Papa”.
Che valore assegna a quello che le sta capitando?
“Per me significa veder affermato il valore di una vita che si consegna al successore di Pietro: la donazione
della mia vita è totale e così l’accoglienza che la Chiesa ne fa ha un sapore di universalità. La Chiesa
assume più che mai un volto umano. A livello più personale, io sono stato il primo seminarista di Asti a finire
il Seminario a Torino, perché nel frattempo è stato chiuso quelle interdiocesano di Valmadonna. La diocesi di
Asti dopo tutti questi anni mi mancava, specie quest’ultimo anno ho sentito tanto la nostalgia: il dono
dell’accolitato dal Papa è un segno del Signore”.
L’intervista completa sulla Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 28 ottobre 2022